Vocabolario volo libero

Questo piccolo glossario è stato pensato per chi si sta avvicinando al meraviglioso mondo del parapendio

Abbiamo cercato di non essere troppo tecnici, dando piuttosto risalto anche all’aspetto goliardico che caratterizza tutte le nostre attività (dal volo, alle gare, alle chiacchiere al bar soprattutto).
Non aspettatevi quindi chissà che cosa.

A

Aerodinamica: scienza che studia il moto dei fluidi gassosi e l’interazione con i corpi in moto relativo rispetto ad essi Per il vololiberista (vl) è normalmente un’opinione

Ala: la parte del mezzo, di forma appropriata, che provvede al sostentamento del pilota. Normalmente, nel nostro caso, coincide con tutto il mezzo
Allungamento: rapporto tra apertura alare e corda alare media. Più è grande più la vela è prestante e difficile da pilotare.

Allievo: strano elemento del genere umano che, per ragioni ogni volta diverse e imperscrutabili, è dotato di grande passione per il cielo e ha deciso di avventurarcisi. È difficile da identificare, ha una età che va dai 16 ai 70 anni, può essere di entrambi i sessi. Lo si riconosce perché, in genere, si riunisce in branchi in locali pubblici siti nelle immediate vicinanze di decolli e atterraggi. Si distingue dall’altra categoria, quella dei piloti, perché vola alle prime luci dell’alba e appena prima del tramonto, fa delle planate ed è sempre guardato a vista da una terza figura caratteristica di questo strano mondo: l’istruttore.

Altimetro: strumento che indica la quota Se è dotato di memoria (e quasi tutti lo sono) è la differenza fondamentale che distingue il vl dal pescatore in quanto il primo può dimostrare le proprie affermazioni. Per precisione bisogna riferire che l’altimetro va tarato prima…

Angolo di incidenza: è l’angolo formato dalla corda alare e la direzione del vento relativo che investe l’ala

Apertura Alare: lo dice la parola no ? Nel parapendio può essere reale (vela stesa a terra) o proiettata (considerando la vela in volo)

Ascendenza: corrente d’aria rivolta verso l’alto. Può essere “da termica” o “da dinamica”

Atterraggio: dicesi di quel particolare momento del volo in cui il pilota si posa nuovamente a terra. Normalmente il contatto avviene a velocità pressoché nulla, cioè da fermi. Ma esistono molte varianti più hard, classificate normalmente in base alla forza d’urto sviluppata dalla massa del pilota e alle dimensioni dell’eventuale cratere prodotto. Atterraggio su pendio o Top landing: è l’a. compiuto in prossimità del punto di decollo o comunque ancora ad una quota sufficiente a riprendere il volo in un momento successivo. Va distinto dal crash sul pendio che è un atterraggio normalmente involontario e normalmente su pianta per cui la ripresa successiva del volo è MOLTO successiva. È il primo traguardo inseguito dal neobrevettato che, prima di avviarsi nel Cross Country, ha come obbiettivo il riuscire a fare due voli salendo una sola volta con la macchina. Ormai è diventata pratica comune anche per piloti con meno di un anno di attività.

Avvicinamento: l’insieme delle manovre atte a portare il pilota all’atterraggio A.a 8: consiste nel disegnare degli otto in cielo davanti al campo di atterraggio per smaltire quota prima di atterrare A.a C: si smaltisce la quota facendo dei giri concentrici nella zona sopravento del campo per poi dirigersi nella zona sottovento ed entrare quindi in campo con due virate di 90°

B

Bocca (o bocche): parola sconosciuta ai numerosi curiosi che affollano i nostri decolli, ma forse il termine più chiaro ai parapendisti. Sono le aperture dell’ala in corrispondenza del bordo d’attacco. Sono ritenute le principali responsabili del fenomeno più misterioso e preoccupante per il neofita: la chiusura

Bolla: massa di aria calda che sale. Viene sfruttata per guadagnare quota. È una termica “temporizzata”. Sono sempre presenti nelle giornate poco felici (intese come durata del volo o quota). Tutti i piloti che bucano trovano sempre e solo bolle, mai una termica

Bordo d’attacco: parte dell’ala che per prima incontra il flusso d’aria. Detto anche b.d’entrata. Nel parapendio è munito di aperture per permettere il gonfiaggio.

Bordo d’uscita: parte dell’ala lambita per ultima dal flusso d’aria. Detto anche b. di fuga

Bretelle: nel parapendio, le fettucce che collegano l’imbrago all’ala. Ad esse sono collegati, tramite maillon, i cordini.

Buco (e bucare): dicesi di volo in cui le termiche sono state tutte mancate (o, nell’interpretazione del protagonista, erano tutte bolle). È quella particolare condizione di chi si trova in atterraggio 4 minuti dopo il decollo mentre tutti gli altri sono 500 mt sopra il decollo da almeno 3 ore.

C

Cassone: non è una parolaccia, ma l’elemento costitutivo dell’ala del parapendio Tot cassoni fanno una vela, maggiore è il numero di cassoni di una vela, maggiori sono gli sfottò in caso di buco

Certificazione: attestazione rilasciata dopo un collaudo, che il mezzo 1. È in grado di volare in sicurezza, 2.Appartiene a una determinata categoria Attualmente ci sono due omologazioni in Europa: la franco-svizzera e la tedesca ma stanno per essere unificate. Entrambe, anche se con metodi e criteri diversi dividono le vele in Scuola, Intermedie e Competizione. La scelta viene fatta sulla base delle reazioni che la vela ha in caso di superamento dei limiti di volo normali. Maggiori dettagli al sito del DHV (in italiano).

Chiusura: nel parapendio, il parziale sgonfiamento dell’ala a causa della turbolenza Il parapendio, unico tra le macchine volanti, è floscio, ciò significa che è l’aria al suo interno a dargli la sua forma in volo. Può capitare che la pressione all’interno diminuisca improvvisamente e quindi parte dell’ala si sgonfi. Tutte le vele in commercio sono testate in modo da riaprirsi da sole. Il tempo che impiegano per questa riapertura autonoma ne determina la classificazione: scuola praticamente non si chiudono, intermedie ci vuole un po’, competizione necessitano di un intervento qualificato del pilota.

Cordini: nel parapendio, l’insieme di funi che collegano il pilota all’ala Sono in materiale molto resistente (ogni fune regge almeno 50 kg) e inestensibile (per non deformare la vela). Hanno un’anima interna rivestita da una calza protettiva. Temono umidità e raggi solari. Centina: parte dell’ala che unisce estradosso e intradosso. Dà all’ala il suo profilo aerodinamico. Nel parapendio è forata per permettere compensazioni di pressione al suo interno.

Condensazione: fenomeno fisico per cui il vapore acqueo contenuto nell’aria, al diminuire della temperatura, finisce per formare gocce d’acqua. Alla condensazione sono dovute tutte le nubi ed in particolare i cumuli. Altro fenomeno tipico è la nebbia. Corda alare: segmento compreso tra bordo d’attacco e bordo d’uscita

Cross Country: dicesi di volo in cui si cerca di percorrere la maggiore distanza possibile. I record attuali sono di oltre 500 km col delta e circa 300 km col para. Per i piloti della domenica è la classica chimera. Però inseguendo questa chimera ci si può prendere delle belle soddisfazioni. Ormai voli di 30/40 km sono alla portata di tutti, grazie ai nuovi mezzi.

Cumulo: nube a sviluppo verticale, generata dalla condensazione di una termica. Sono le classiche nubi estive in montagna e sono ricercate come i tartufi dai vl, perché quando c’è il cumulo, c’è la termica. Bisogna stare attenti perché quando diventano troppo grossi (cumulonembi) provocano i temporali e non è molto igienico trovarcisi in mezzo. È vietato volare al loro interno.

D

Decollo: manovra che permette al pilota di staccarsi da terra. Nel deltaplano si effettua con una semplice corsa in discesa. A volte i delta decollano da pedane artificiali, decisamente impressionanti per i non addetti. Il parapendio invece, prima della corsa di decollo, richiede quella di gonfiaggio, che consiste appunto nel fargli assumere la sua forma e posizione sopra il pilota. N.B. Né delta né para prevedono “salti” o “lanci”, corsa e stacco sono esattamente uguali ad un aereo, solo un po’ in discesa. Esistono molte variazioni sul tema. Elenchiamo le più caratteristiche della zona di Borso: alla Zuffo, consiste nel eseguire tutta la procedura al rallentatore, inclusa la corsa, solo un paio di persone riescono ad eseguire questo difficile esercizio; alla “ti spiezzo in due” invece, consiste nel metterci una forza da 15 a 30 volte superiore al necessario, è una tecnica tipica degli allievi che vogliono essere sicuri che le funi reggano, prima di partire; alla “francese” (nessuno sa perché si chiami così) prevede di gonfiare l’ala guardandola e dando le spalle al pendio, voltandosi poi per la corsa, molto tecnica e affascinante in genere si esegue quando c’è vento.

Deltaplano: mezzo da volo libero È un’ala costruita in tubi e tela a cui il pilota è agganciato in posizione prona. Il pilotaggio avviene attraverso una barra che permette al pilota di spostare il proprio peso e dirigere così il volo. Si monta in 20 minuti. Da chiuso è un salsicciotto di circa 5 m e 40 kg di peso.

Dinamica: corrente ascensionale dovuta al vento che impatta un rilievo montuoso ed è costretto a salire. La montagna, in pratica, fa da trampolino. È un modo facile di “star su” anche per lungo tempo, ma ha il limite che non si fanno grandi quote e la “zona buona” è di solito piuttosto piccola. Discendenza: corrente d’aria diretta verso il basso Anche questa è tra le primarie cause di buchi (“ho trovato una discendenza pazzesca e non sono più riuscito a risalire”)

E

Efficienza: rapporto tra quota persa e distanza percorsa È il dato fondamentale che distingue le vele. Un’ala da scuola è meno efficiente perché si bada più alla sicurezza. Più aumentano le prestazioni, cioè l’efficienza, più l’ala diventa tecnica e difficile da pilotare, ovvero richiede un pilota con maggiore esperienza.

Estradosso: parte superiore del profilo alare Freni: nel parapendio, i comandi aerodinamici che servono a far virare la vela. Agiscono sul bordo d’uscita

G

Grazianata: dal nome del suo inventore, cazzata non accidentale cercata col lanternino Nell’A.D. 1999, in considerazione dell’avvicinarsi della fine del millennio, il pilota del V.L. Montegrappa ha cercato più e più volte di entrare nella storia. È riuscito solo a entrare in pronto soccorso (il colmo è che è caduto sciando!!!)

I

Imbrago: sistema di sostegno del pilota Quello da parapendio prevede una posizione che va da seduto e sdraiato. Quello da deltaplano invece prevede una posizione prona, tipo Zupperman. Entrambi sono uniti al mezzo tramite moschettoni di sicurezza. Intradosso: parte inferiore del profilo alare

Istruttore: persona abilitata all’insegnamento Purtroppo ne esistono di sue tipi: quelli veri, autorizzati dall’Aero Club d’Italia e in regola con legge e assicurazioni, e quelli fasulli, decisamente pericolosi in quanto assolutamente fuori legge. L’unico modo per riconoscerli è chiedergli i documenti… Maillon Rapide: moschettone a vite che collega cordini – bretelle

M

Manica a vento: segnale che indica direzione e forza del vento In genere è situata in decollo e atterraggio. A volte il pilota medio ha delle amnesie, si dimentica di questo importante ausilio e atterra con il vento alle spalle provocando generalmente l’ilarità e lo scherno degli altri piloti medi presenti.

Meteorologia: scienza che studia i fenomeni atmosferici Se l’aerodinamica è un’opinione, beh, la meteo è poco più che una fantasia. Comunque si dice che studi i movimenti delle masse d’aria, quindi anche le termiche e allora ci interessa. Moschettone di sicurezza: deriva dai moschettoni da alpinismo ma nel tempo si è sempre più specializzato La caratteristica primaria di tutti i moschettoni da volo libero è che sono dotati di un sistema di chiusura di sicurezza automatica, che impedisce ci aprirli in volo, anche volontariamente.

P

Parapendio: mezzo da volo libero La caratteristica unica del p. è di essere gonfiabile e quindi molto piccolo una volta riposto. Chiuso ha le dimensioni di uno zaino e, completo di tutto, pesa meno di 20 kg. La vela si gonfia tutta prima di decollare e funziona esattamente come l’ala di un aereo. Pur assomigliandogli, non ha quasi nulla in comune col paracadute. Portanza: forza sostentatrice, generata dal vento che scorre sul profilo e a questo perpendicolare. È la forza che ci permette di volare, sia che siamo su un para che su un 747

Planata: volo in condizioni meteo calme, diretto dal decollo all’atterraggio È il classico volo da allievo. Ma risulta molto apprezzata da tutti la “p. serale di rilassamento”, prima di cena

Profilo: o p. alare, è la forma che si otterrebbe sezionando con un piano verticale longitudinale il mezzo!!!! In altre parole si può dire che è la sagoma della centina.

R

Resistenza aerodinamica: forza, contraria al movimento, generata proprio da movimento di un corpo all’interno di un fluido, nel nostro caso l’aria Rotore: massa d’aria in moto rotatorio Esistono i rotori dovuti al vento che impatta gli ostacoli (nel sottovento, cioè la “zona d’ombra”, si forma il vortice) e quelli dovuti agli altri mezzi (tutte le ali, all’estremità, provocano dei vortici con l’asse parallelo al movimento del mezzo).

S

Scuola di Parapendio: ente aggregato all’AeCI che svolge attività aerodidattica con l’autorizzazione di quest’ultimo. Ha in genere una sede, un presidente, un direttore e degli istruttori. Deve essere assicurata e, normalmente, è affiliata alla federazione italiana volo libero (FIVL)

Sopravento: lato o versante da cui spira il vento Sottovento: zona opposta e quella da cui arriva il vento (rispetto ad un ostacolo o al campo di atterraggio)

Stallo: condizione aerodinamica in cui il profilo alare smette di volare. È dovuto ad un eccessivo aumento dell’angolo di incidenza. In queste condizioni l’ala non può più volare. Si recupera semplicemente rilasciando i freni (parapendio) o la barra (deltaplano), queste macchine infatti sono autostabili, cioè tornano a volare senza l’intervento del pilota. Nel parapendio c’è l’aggravante dello sgonfiamento dell’ala.

T

Tasso di caduta: la velocità verticale del mezzo, indicata in metri al secondo

Termica: massa di aria calda che sale. A differenza della bolla, la t. è più costante e duratura nel tempo Sono il principale mezzo attraverso cui il vl può rimanere in volo per ore e percorrere decine se non centinaia di chilometri. Il principio di veleggiamento è lo stesso degli alianti. Ci si fa portare in quota da una termica prima di staccarsene per andare a cercarne un’altra un po’ più in là, e così via. La termica ha la brutta caratteristica di essere piccola e debole in basso e grande (per la dilatazione) e forte in alto, cosicché potreste trovare in atterraggio due piloti: uno ha fatto 5 ore di volo a 2000 m e dice “tirava dovunque”, l’altro ha fatto 3 minuti prima di atterrare e dice “non ho trovato niente”. A volte ci vuole anche un po’ di fortuna…

Turbolenza: condizione dell’aria caratterizzata da variazioni irregolari di velocità In altre parole è il risultato di un mix, ogni volta diverso, tra vento, termica e rotori. Può essere più o meno forte e quindi dare più o meno fastidio.

V

Variometro: strumento che misura la velocità verticale istantanea del mezzo. Si aggiorna ogni secondo e ha una risoluzione di 0,1 m/s. Serve per poter sfruttare al meglio termiche e dinamiche. È in genere accoppiato ad un altimetro (altivario)

Veleggiamento: tipo di volo che sfrutta le ascendenze per mantenere o aumentare la propria quota Vento: massa d’aria che si sposta da un punto ad un altro della superficie terrestre. Per praticare in sicurezza il volo libero, non si dovrebbe mai volare con vento oltre i 20/25 km/h

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