corso n2 2001 - parapiglia logoFinite le ferie (sigh) si torna all’opera. Sabato 4 agosto incontro di presentazione. Ci sono Endrio, Emiliano e Giovanni. Era prevista anche una piccola dimostrazione pratica ma piove!!! Cominciamo bene…

Sabato 11, ritrovo ore 16. Giornata perfetta: temperatura mite, brezza frontale costante. Il sogno di ogni istruttore. E infatti… nel giro di poche ore sono già in grado di gonfiare discretamente e fare qualche stacco. C’è però ancora molto da lavorare, soprattutto sui controlli prevolo. Sono presenti anche Aldo e Florence che si sono appena iscritti e presumibilmente inizieranno la prossima settimana. Osservano attentamente, anche questo serve.

Sabato 18, ritrovo ore 15. La giornata pare buona e ci sono tutti e 5, più Andrea, amico di Aldo che si è iscritto con lui. Saliamo ma, dopo 45 minuti circa entra un potente vento da nord che rende impossibile proseguire le normali esercitazioni. Ci spostiamo nella parte piana del campetto e facciamo un po’ di gonfiaggi rovesci. In questo modo i ragazzi possono prendere confidenza con le sensazioni che la vela invia. Non è la stessa cosa che decollare ma affina la sensibilità dell’allievo, che si accorge di non dover combattere con la vela ma solo giocarci. Peccato per l’erba alta che ha dato un po’ noia. Alla fine un po’ tutti se la cavavano discretamente nel gonfiaggio di controllo, ossia che non prevede il successivo decollo. Scendiamo poco dopo le 18, Michele (del corso prima) ci aspetta giù per volare ma si è già accorto da solo che non è fattibile. Visto che anche qui ora c’è un bel vento, gli faccio fare qualche gonfiaggio rovescio.

Sabato 24, ritrovo anticipato alle 12.15 perché al pomeriggio ho dei biposti. Ho avvisato tutti via SMS ma stranamente ce ne sono solo 3: Endrio, Gianni e Florence. C’è anche Orlando, amico di amici, che vuole dettagli sul corso. Gli spiego un po’ e ci mettiamo d’accordo per un biposto nel pomeriggio. Lo invito anche a salire in campetto a dare un’occhiata più tardi. Malgrado l’attesa non arriva nessun altro così saliamo. Ci accompagna Bruno, anche lui vuole dare un’occhiata. Fa un caldo bestiale e per fortuna il “nuovo” ha un frigo pieno di bibite… Ci sta già simpatico! Il vento va e viene ma tutto sommato è ok. Riesco a farli sudare per due ore buone con discreti risultati. Forse il prossimo sarà il loro ultimo giorno di sofferenza, vedremo… Poco dopo le 15 arriva Orlando, proprio in tempo per vedere le ultime corse. Scendiamo al decollo per il biposto e i ragazzi mi recuperano l’auto. Visto che ha un amico che vola in delta, andiamo ad atterrare all’altro campo. Il volo “viene bene” e infatti Orlando resta contentissimo e si iscrive. Al ritorno in atterraggio vengo accolto da 4 facce truci! Non so perché ma ho la sensazione che ci sia stato un malinteso. Ad aspettarmi trovo infatti Aldo, Andrea ed Emiliano oltre a Massimo. I primi due non sapevano dello spostamento, Emiliano lo sapeva ma aveva capito male, Massimo era venuto per vedere il campetto (devo aver fatto confusione con Bruno!). Tutti aspettano dalle 3 e sono ormai le 16.30!!! Non trovo di meglio che proporgli di risalire a fare almeno un’oretta di campetto. Anziché dare sfogo alle loro primitive e comprensibilissime pulsioni e sotterrarmi sotto la bacheca, accettano e così torniamo su. Il vento è ancora buono e riusciamo a fare qualcosa. Andrea e Emiliano fanno rapidi progressi, Aldo invece è un po’ nervoso e non riesce a concentrarsi. Alle 18.30 ho un biposto e Michele viene a volare, così dobbiamo smettere. Massimo, come prima Bruno, rimane favorevolmente impressionato e anche lui si iscrive. Non so se a convincerlo sia stato di più il tipo di attività o il gruppo! Chiederò… Una volta giù…risalgo con il passeggero e Michele. Decollo dietro le casette, verso ovest. Finora Michele non è mai decollato due volte dallo stesso posto. Vento perfetto. La quota di uscita è elevata e riusciamo a fare orecchie, wing over e parecchi 360° prima di impostare l’avvicinamento. Provo a lasciarlo da solo ma è un po’ presto, così lo riprendo subito per radio. Atterraggio quasi buono se non fosse per un tentativo di stallo a 4 metri che mi ha fatto un po’ preoccupare… Visto il bidone che ci siamo tirati a vicenda, propongo agli ragazzi di rivederci il giorno dopo alle 12. Accettano.

Domenica 26. Alle 9 ho il primo biposto con Nicola, un suo amico decide lì sul momento e lo faccio volare con Alessandro perché alle 10 arrivano Stefano e Alessandra per vedere com’è ed eventualmente iscriversi. Si vedeva che erano già abbastanza decisi e infatti Stefano mi conferma subito la sua intenzione, lei si prende 24 ore per meditare… Sto perdendo il conto degli iscritti… non vorrei esagerare. I biposti finiscono giusti giusti per le 12, quando arrivano Aldo, Emiliano e Andrea per salire. Il tempo di montare un emergenza e incontro Pierapaolo. Indovinate un po’? ESATTOOO! Vuole informazioni sui corsi. Gli spiego brevemente e lo invito a venire a vedere gli esercizi in campetto. Saliamo. Il vento anche oggi è abbastanza buono. Tutti migliorano molto. Andrea è piuttosto massiccio e non lo faccio correre a rotta di collo giù per il pendio, mi basta che impari il gonfiaggio, il controllo e la posizione di corsa, la velocità verrà in seguito, quando avrà perfezionato gli “stop”. Emiliano va bene, solo qualche sbavatura. Gli cambio la vela e… bhé, forse ci vuole ancora un po’… Aldo fa i progressi maggiori (partendo da più indietro è ovvio…eh eh eh!). Scherzi a parte, a fine campetto sono davvero soddisfatto di lui. Tutti, ad ogni modo, riescono a fare almeno uno stacco da terra, o meglio un passo più lungo del normale. A Pierpaolo la cosa piace e anche lui conferma la sua adesione al corso! Pomeriggio infuocato, almeno 35° in atterraggio, e devo fare altri 3 biposti! AIUTOOO! Saluto i ragazzi e vado incontro al mio destino. Facciamo 3 bei voli ma nessuno si iscrive stavolta… sono quasi contento, temevo di essere diventato contagioso.

Settembre

Sembra incredibile ma ci siamo già giocati un mese di corso. Forse sembra volato perché abbiamo fatto solo una lezione a settimana.

Anche settembre continua su questa impostazione ma per motivi diversi. Sabato 1 avevo un impegno e così l’unica lezione si è svolta domenica 2. In realtà le lezioni sono state due nello stesso giorno. Dalle 12 alle 15 chi era già venuto ad altri campetti e dalle 15.30 alle 18 chi era alla prima lezione. Generalmente chi inizia si aggrega e basta, ma stavolta erano ben 6 i “nuovi” e sarei impazzito a seguire gli uni e gli altri insieme! Prima di salire, alle 10.30 ho fatto un biposto con Andrea. CHE ESPERIENZA! Non avevo mai volato così veloce in parapendio (scusate ma non posso entrare nei dettagli, il volo comunque si è svolto regolarmente). Alle 12 c’erano Aldo, Giovanni, Endrio, Emiliano e appunto Andrea. In pratica dei vecchi mancava Florence, che è venuta solo a vedere perché non stava bene. Giornata splendida. Temperatura sui 25° + o -, vento dritto costante e abbastanza sostenuto. Insomma, perfetto. Dato che non si volava bene a quell’ora, il campetto si è affollato anche di piloti che volevano fare qualche gonfiaggio. Ad un certo punto tra allievi, accompagnatori, piloti e curiosi saremo stati almeno in 20/25 persone, davvero insolito. Con queste premesse il campetto non poteva che andare bene. Vediamo nel dettaglio: Aldo è migliorato ancora e ormai è a un passo dalla fine delle sue fatiche come pure Andrea che, con la vela più grande, si trova meglio. Ha avuto qualche difficoltà a raccapezzarsi all’inizio ma poi andava bene. Ha ancora la tendenza a frenare troppo per partire. Giovanni sembra ancora in guerra con la vela quando la gonfia. Tecnicamente è ineccepibile (bhè, quasi…) ma non dimostra ancora abbastanza feeling da fare le cose con tranquillità, senza azzuffarsi col para. Ancora una lezione. Quelli che invece hanno finito sono Endrio e Emiliano (sarà la E?) Il primo aveva portato la famiglia e doveva fare bella figura! Infatti non l’avevo mai visto impegnarsi così a fondo. All’inizio gli ho dato una vela nuova e non si trovava. Visto che anche Giovanni, con quella vecchia di Endrio, non sembrava molto a suo agio, gliele ho invertite e da allora entrambi hanno cambiato marcia. Gli stacchi da terra a dire la verità sono stati pochi ma, come gli ho sempre detto, a me serviva che imparassero tutto il resto. Emiliano si è ritrovato tra le mani la vela del suo primo campetto, che lo aveva spaventato per la quantità di cordini. Si è accorto di aver imparato qualcosa quando ha visto che ora non ha alcuna difficoltà a sbrogliarla. Lui era già a buon punto alla fine della scorsa lezione e questa non ha fatto che confermare che è ormai pronto al grande salto. Alle 15 li ho fatti ripiegare. In attesa che arrivasse la “seconda ondata” ho sistemato l’emergenza di Fernando (quello della frasca del corso 2/2000) che è passato a trovarci prima di partire per il viaggio di nozze (congratulazioni!!!). Mentre sistemavo il tutto sono arrivati alla spicciolata: Massimo, Pierpaolo, Marco, Sergio, Bruno e Orlando (ma ne manca ancora qualcuno). Ho distribuito a tutti un po’ di carta (tra moduli, dispense, libretti di volo, più o meno mezzo chilo a testa!) e poi ci siamo avviati per la lezione. Al momento di chiudere l’auto mi sono accorto che mi mancavano le chiavi… dove saranno… ero qui… non mi sono mosso… saranno cadute in qualche sacca… vedremo più tardi se saltano fuori… da qualche parte devono essere… non le ho certo perse nel prato visto che ho aperto la macchina 6 minuti fa! Boh. La solita mezz’oretta di spiegazione (a cui partecipano anche Mariano e Franco che inizieranno settimana prossima) e poi si comincia. Il primo, per la cronaca, è Orlando, che non se la cava neanche male. Il vento giusto dà il suo bel contributo e due ore dopo quasi tutti hanno staccato i piedi di qualche centimetro. Non male come prima esperienza, ma c’è ancora da lavorare (non potrebbe essere altrimenti). Tornati alla macchina la svuoto, ma le chiavi non saltano fuori. Rassegnato, dopo diversi tentativi riesco a chiamare casa che mi portino la copia. Sono le 18.30, Michele starà aspettando giù per volare… pazienza. Verso le 19 proprio Michele arriva in campetto, prima che mi spari gli grido da lontano che ho perso le chiavi. Poco dopo, con la copia, riesco finalmente a ripartire. Michele fa comunque in tempo a volare poco prima di un fiammeggiante tramonto. Deve essere stato un bel volo, considerando che si vedeva anche la laguna di Venezia. Sono un po’ stanco e, recuperata la vela, filo a casa. Il tempo di entrare e squilla il telefono (il cellulare si era scaricato in campetto provando a chiamare). E’ Fernando… come riconosco la voce intuisco… “Ciao Fabio… sono due ore che ti cerco… le tue chiavi… nella mia tasca… te le riporto?”. “NON CI PROVARE NEANCHE!, sei in viaggio di nozze o sbaglio? Tua moglie non credo sarebbe contenta e poi ho le copie, ci vediamo quando torni” Sono troppo contento per averle ritrovate per fargli fare 200+200 km per riportarmele.

Ci vediamo venerdì per la prima (affollata?) serata di teoria.

Effettivamente venerdì erano in tanti, sebbene mancasse ancora qualcuno. Sabato alle 14 sono in 7: Florence, Massimo, Aldo, Pierpaolo, Giovanni, Bruno e Andrea. Saliamo subito. La giornata è bellissima ma in campetto ci aspetta una sorpresa: ci sono le pecore! Per fortuna sono da una parte e non intralciano la lezione ma il prato è ridotto a uno stato pietoso. Meglio, è un incentivo a controllare meglio la vela… Neanche il tempo di dirlo e zac, Bruno fa un bello scivolone! Il vento non è bello e constante come la settimana precedente (in quota c’è un discreto vento da nord ovest) ma è comunque più che sufficiente a far staccare tutti di qualche centimetro almeno un paio di volte. Andrea, con la vela GRANDE che gli ho procurato non si trova, gli scappa continuamente davanti. Se la scambiano lui e Massimo e subito le cose vanno meglio, anzi vanno proprio benissimo tanto che con pochi tentativi mi convinco che è ormai pronto. Massimo con quella nuova non si trova male ma in un’occasione si fa un po’ prendere la mano e rischia di disintegrare l’ovile (con comprensibile preoccupazione degli “inquilini”. Anche Aldo e Giovanni, a fine lezione, vengono promossi al volo, anche se magari l’indomani faranno comunque una capatina in campetto. Florence se la cava benone ma oggi non può correre, così bisognerà aspettare un’altra lezione. Bruno, dopo il primo tonfo fa notevoli progressi come pure Pierpaolo che al primo stacco resta incantato dalla nuova sensazione e quasi si dimentica di frenare, in atterraggio (con le immaginabili conseguenze sul suo abbigliamento…). Finiamo verso le 17.

Stasera ci sono i primi voli di Endrio e Emiliano che, per l’occasione, vengono raggiunti anche da Vittorio, appena tornato dalle ferie. Giovanni farà un biposto con Zuffo. Salgono alle antenne verso le 18 ma il vento è storto. Dopo breve attesa si cambia: decollo da ovest alle casette. Qui il vento è quasi perfetto e comunque sufficiente per partire. In decollo, oltre ai “decollandi” ci sono almeno altri 10 allievi, salite apposta per vedere. In atterraggio invece, ad attendere, ci sono mogli figli e mamme. Anche per me è una situazione nuova avere tanto pubblico, è emozionante. Vola per primo Giovanni (in biposto) seguito subito da Endrio che sulle prime stenta un po’ a seguire gli ordini (forse non sentiva bene la radio, o forse sentire “ciao papà” lo aveva un po’ scombussolato). Poi però la tensione si scioglie e la seconda parte del volo va meglio. Le ultime virate sono da manuale come pure l’atterraggio. Sopra, Vittorio prova a partire ma sbaglia il decollo. E’ un po’ arrugginito, ha una vela nuova e il vento non aiuta certo. Parte allora Emiliano che dimostra già una discreta reattività agli ordini. Anche per lui un primo volo liscio e senza nulla da segnalare a parte la grande emozione. Vittorio finalmente decolla, essendo 2 mesi che non vola, facciamo un po’ di manovre di ripasso (360°, wing over, orecchie). Anche per lui un volo tranquillo. Sono ormai le 19.30 quando ci salutiamo.

Domenica mattina nessuno ha voluto svegliarsi presto per venire a volare, così anch’io ho potuto dormire… Alle 10.30 appuntamento con Andrea per far volar un suo amico. Atterro con 5 minuti di ritardo col bipo precedente e saliamo subito. Per strada mi accorgo che il vento è girato da nord ed è piuttosto forte. Al decollo la situazione sembra ancora buona ma decido di aspettare 5 minuti per vedere come va (tra l’altro c’è un altro biposto pronto a partire). Pochi minuti a anche lì, che pure è una zona riparata, entra il nord. Rinunciamo a scendiamo giusto in tempo per trovarci con gli altri e risalire al campetto. Ci sono: Florence, Massimo, Aldo, Giovanni, Sergio (che è appena passato dal negozio a salutare, proprio mentre scrivo), Bruno, Mariano, Orlando e Andrea. Anche in campetto il vento è deciso da nord. Proviamo a salire sul prato opposto al solito. Il vento sarebbe dritto ma le raffiche consigliano prudenza. La direzione inoltre non è proprio costante. Siamo in pieno rotore e il vento cambia anche di 180° in pochi istanti. Tentiamo alcuni gonfiaggi vicino alla strada che è la parte più protetta e dove pure a volte il vento ruota improvvisamente. Visto che Aldo, Giovanni (e Giacomo), Andrea e Florence sono già a buon punto gli chiedo, vista la giornata un po’ così, di non fare gonfiaggi e aiutare gli altri riaprendogli la vela in caso di necessità. Il lavoro a coppie dà i suoi frutti e, pur con tutte le limitazioni della situazione, riusciamo a fare progressi discreti, specialmente con chi era più indietro. Lasciamo il campetto in anticipo, verso le 15.30. Più di così non si può. Il vento continuerà fino a tarda sera, impedendo i voli. E’ stato un pomeriggio insolito: cielo terso, poche nubi e neanche una vela in aria, davvero inconsueto per Borso. Per chiudere, un saluto a Mirella che è arrivata alle 16.30 da Reggio Emilia per un biposto (non siamo riusciti ad sentirci in mattinata) e ha dovuto accontentarsi di guardare il panorama. Speriamo in una prossima volta più fortunata.

Week end tra alti e bassi quello del 15 e 16 settembre. Sabato sembra bello. Alle 14 ci sono: Florence, Pierpaolo e Bruno. Ma ci sono ancora anche Aldo e Andrea che vogliono fare un ultimo ripasso. Francesco e Franco, viceversa, sono al loro primo campetto e Loris è venuto solo a vedere perché non ha ancora il certificato medico. Da ultima, Caterina che sente di aver bisogno di un po’ di esercizio. Effettivamente…

Il tempo di parcheggiare le auto, distribuire il materiale e salire la collina e…inizia a piovere! Aspettiamo, non si capisce da dove arrivi sta pioggerellina fina, le nubi ci sono ma sono chiare, appena più in là in pianura la gente vola!!! Dopo un quarto d’ora finalmente smette, c’è vento storto ma forse migliorerà, intanto faccio aprire. Poco alla volta il vento torna dritto e riusciamo a fare un lavoro discreto. Florence va benone, stasera potrebbe volare ma ho lasciato a casa la vela della sua taglia… sarà per domani. Pierpaolo migliora rapidamente, la vela però è una delle più facili, vedremo domani per la conferma. Bruno ha capito alcuni dei propri errori e, sebbene si stacchi raramente da terra, è ormai quasi pronto. Andrea conferma di essere ok, ha provato con una vela da voli alti. Tende a frenare un po’ troppo ma, data la sua corporatura, è meglio se non prende troppa velocità… Aldo all’inizio è agitato (sarà il pensiero di dover volare?) ma poi si mette tranquillo e si accorge che le cose le sa (ma dai!!!). Francesco ha frequentato il corso circa 6 anni fa senza però fare l’esame. E’ un po’ arrugginito ma qualcosa si ricorda. A dire la verità, osservandolo mi sono accorto di quanto è cambiato il modo di insegnare l’approccio alla vela e al decollo, complice sicuramente l’evoluzione tecnica dei mezzi oltre che della didattica. Una volta o eri un piccolo torello o la vela sarebbe sempre rimasta incollata per terra. Adesso, a vederlo partire con tutta quella grinta mi viene il dubbio che voglia testare la resistenza dei cordini più che decollare… Se Francesco è anche troppo esuberante, Franco al contrario, a dispetto del fisico, è eccessivamente delicato. Ci vogliono almeno 3 tentativi per fargli capire che, vabbe’ la dolcezza, ma un po’ di forza è necessaria per gonfiare i 30 mq della sua vela. Comunque entrambi fanno già dei progressi prima della fine della giornata. Verso le 17 ripieghiamo e scendiamo. E’ ora di voli alti!

Salgono Andrea, Aldo, Emiliano e Michele. Vento da ovest, decollo alle casette. Ci mettono un po’ a partire… la tensione… Alla fine decolla Emiliano, quando esce mi rendo conto che non mi sente, forse ha cambiato canale o ha abbassato il volume mentre correva per partire. No problem, si passa alla guida “manuale”. Con i gesti che gli ho spiegato a teoria lo invio nelle zona di avvicinamento e iniziamo gli 8. Quando è a portata di voce mi urla “non ti sento” ma orami l’avevo capito da me! Avvicinamento regolare, entrata giusta, solo alla fine ha corretto la traiettoria un po’ bruscamente e così l’atterraggio non è stato propriamente da manuale. Peccato per il volo “sprecato”. Dopo poco parte Aldo… la radio funziona! Sarà meglio che non ci faccia l’abitudine! Solite manovre di introduzione: lasciare le maniglie dei freni, prova di velocità, alcune virate. Avvicinamento e atterraggio avvengono regolarmente. Quando atterra è tranquillo, strano… Parte poi Michele col quale rifacciamo le manovre d’esame. Sta volando una vela per lui nuova ma non se la cava male. Gli lascio l’avvicinamento e se la cava bene, serve solo chiamarlo in finale. La prossima volta sto zitto e vediamo. Ultimo è rimasto Andrea che esce poco dopo (sono ormai le 19 passate). Stesso programma di Aldo e stessi esiti. Unica differenza… l’atterraggio! Il vento è nullo, la velocità vicino a terra subito prima dello stallo è notevole, non ha esperienza della sensazione di rallentamento che si ha quando si frena, risultato: non tira fuori il carrello (o meglio lo tira su all’ultimo) e atterra sul sedere. Per questa volta passi.

Domenica mattina alle 10 c’è teoria (è un esperimento perché in molti vengono da lontano). Direi che ha successo perché sono in 14 su 20. Oggi i ragazzi fanno la conoscenza anche degli ultimi iscritti: Stefano e Alessandra, che nelle scorse settimane erano impegnati. Dopo teoria (h 12) saliamo in campetto, il cielo si sta rapidamente coprendo ma c’è parecchia gente in volo. Purtroppo il vento non è il massimo ma alcune raffiche sono buone, così si preparano. E’ venuto con noi anche Gianfranco che, dopo una pausa di 2 anni ha deciso di riprendere e, giustamente, lo fa dal campetto. I tentativi sono pochi e il vento molto variabile ne condiziona l’esito. Pierpaolo, a cui ho cambiato anche vela, ha non poche difficoltà come pure Bruno. Massimo se la cava un po’ meglio. Francesco migliora parecchio il suo feeling con l’ala, e così anche Marco e Mariano che sono al secondo campetto. Orlando è quello che oggi fa i maggiori progressi (forse perché è quello che fa più tentativi?) Alessandra e Stefano hanno il primo contatto con il materiale, senza altro scopo che vedere come è fatto. Dopo circa due ore di alterne vicende il cielo si è notevolmente scurito e si sente anche qualche tuono. Si sta preparando Gianfranco… primo campetto da molto tempo… murphy… il vento cala… al prossimo tuono mettiamo via… Gianfranco fa il suo tentativo… COMINCIA A PIOVERE. Nel giro di 5 minuti è un mezzo diluvio. Riusciamo a mala pena a infilare le vele infagottate nel furgone di Bruno e entrare in macchina. Scendiamo al Tilly’s e ci facciamo un panino in compagnia. Fuori si scatena il finimondo, per cui i voli della sera vengono cancellati. Quando gli altri vanno a casa, con Francesco e Mariano andiamo nel capannone che Bruno ha messo a disposizione e lì asciughiamo un po’ le vele e le pieghiamo. Quando usciamo non c’è più una nuvola! Sai che novità. A dire il vero credo sia rimasto il vento storto fino a tarda sera ma questo non diminuisce la beffa, specie quando al lunedì ti trovi davanti una giornata di primavera. Pazienza, il parapendio insegna la pazienza…

Il week end successivo è stato se possibile ancora peggiore, ma ai ragazzi non è dispiaciuto poi molto! La domenica infatti mi ero programmato una gita e li avevo avvisati che le lezioni erano sospese. Per loro quindi nessun problema se la mattina del giorno in questione diluviava e ha continuato fino a tarda notte… Il sabato, pur nella massima incertezza siamo riusciti a fare un po’ di campetto. Niente voli però. Alle 14 ci siamo trovati in atterraggio con: Massimo, Franco, Sergio, Bruno, Mariano e Loris (che era alla prima esperienza). Marco e Orlando hanno preferito rinunciare perché da loro pioveva già e non gli andava (giustamente) di farsi 100+100 km forse per niente. Noi invece siamo riusciti a fare un lavoro discreto, tanto che Massimo e Bruno sono stati “promossi” ai voli alti. Gli altri sono migliorati e Loris ha dimostrato un certo “istinto” ma c’è ancora da fare.

Giovedì c’è una delle ultime uscite infrasettimanali. Il tempo è sempre un po’ incerto ma alle 17 Vittorio, Michele e Florence partono per il decollo delle casette. In breve i primi due sono in volo, mentre Florence, accortasi che le ho dato una vela diversa da quella che si aspettava (ossia mi sono sbagliato), preferisce scendere e fare il secondo giro con la vela che preferisce. Michele è al settimo volo e gli faccio fare il “programma d’esame” in silenzio radio. Va bene. Avvicinamento anche questo in silenzio con pochi suggerimenti in finale. Vittorio appena uscito dal monte trova una termica e, senza pensarci due volte, fa un bel 360° raso piante. Io lo riempio per benino di carne e lo faccio uscire immediatamente. Lui è un po’ più indietro e lo guido nelle manovre e nell’avvicinamento. Dato che è ancora presto li rispedisco su (per Michele sarebbe la prima volta che riesce a fare due voli in un giorno!). Sopra le condizioni sono ancora buone e così ripartono. Florence stavolta ha mal di pancia e torna di nuovo giù in macchina! Secondo la mia personale opinione non voleva volare prima dei suoi compagni di campetto (e di sofferenze…) Nel secondo volo lascio Michele praticamente in silenzio e lui se la cava egregiamente. Un solo appunto in finale. Provo a fare lo stesso con Vittorio e, se le manovre sono sufficienti, lo stesso non si può dire degli otto, visto che li imposta rovesci. Ha detto che era sovrapensiero…mah!

Sabato 29, il mese volge al termine. Previsioni molto incerte ma, finché non comincia a piovere noi si va avanti! Ritrovo anticipato alle 13 per avere più tempo per i voli dopo. Siamo pochi oggi: Pierpaolo (di ritorno dalla Francia), Franco e Orlando. C’è anche Bruno che vuole prendere confidenza con la vela da voli alti prima di partire davvero. In campetto le condizioni sono ideali: vento moderato frontale. E infatti i ragazzi migliorano a vista d’occhio. Alla fine Pierpaolo e Orlando sono praticamente ok, giusto un lieve ripasso prima di volare davvero. Anche Franco, ormai al suo terzo campetto tra alterne vicende, finalmente riesce a gestire tutta la procedura quasi da solo, ancora poco e ci siamo. Bruno fa alcuni tentativi con la vela nuova. Ci accompagna anche oggi Gianfranco che, rotto il ghiaccio (e il tempo) 2 settimane fa, adesso va alla grande. Non sembra neanche che sia stato fermo 2 anni e mezzo. Scendendo voliamo io e Pierpaolo in biposto. In decollo il tempo è assente e lui è un po’ teso ma va tutto bene, come al solito. Anche in volo avverto la sua preoccupazione, forse sarà il caso di fare un secondo volo prima di “buttarlo fuori” da solo. Arrivo giù che c’è una piccola folla ad attendermi: passeggeri di biposto, allievi al primo volo, allievi al secondo o più, accompagnatori, mogli, figli, cineoperatori… In tutto almeno 20 persone credo. Stasera dovrebbero volare: Florence, Massimo, Giovanni, Vittorio, Endrio, Bruno, Emiliano e Andrea. C’è anche Aldo che è venuto nella vana speranza che mi avanzi una vela! Organizzare le macchine è un’impresa ma, con un po’ di ritardo sul previsto, ci avviamo in decollo. Si parte dietro le casette. Visto il vento praticamente nullo è meglio avere un bel prato dove correre ed, eventualmente, potersi fermare. Cominciano ad essere in tanti e quindi io comincio a fare confusione sull’ordine dei decolli. Il primo deve essere stato Endrio che fa un secondo volo senza problemi salvo ritirare di nuovo i carrello proprio al momento di toccare terra. Poi vola Massimo che alla fine dirà: credevo di sentire molto di più l’adrenalina. Emiliano è uno dei veterani essendo al terzo volo. Purtroppo la sfiga lo perseguita. Fino a metà volo tutto bene, manovre ok ecc. Poi, di botto, rimane senza radio (batterie?). Avvicinamento a vista come l’altra volta ma stavolta fa le cose con calma e atterra da professionista (+o-). Vittorio ci sta prendendo gusto e così lo lascio in pace, solo qualche parolina qua e là. Quando esce la Florence mi sento un po’ preoccupato e la preoccupazione cresce quando vedo che ci mette un po’ a seguire i comandi. Non parla proprio benissimo l’italiano e magari con la radio capisce male. Cerco di spiccicare bene le parole DESTRA e SINISTRA. In realtà dopo poco mi accorgo che era solo un problema di misura, cioè “quanto tiro il comando”. Alla fine ci capiamo e gli ultimi otto vengono benone. In atterraggio mi passa a due metri, io la guardo e lei comincia a gridare ancora prima di toccare terra. una volta giù non riesce a stare ferma dalla gioia. E’ stato bello. Manca ancora un po’ di gente. Si sta facendo tardi e il vento fa un po’ le bizze. Parte Andrea. Volo tranquillo, nessun problema da segnalare ma anche stavolta, complice l’assoluta mancanza di vento, atterra col sedere. Giovanni è il penultimo, programma da primo volo con semplici prove di velocità e avvicinamento, ci deve essere un po’ di restituzione perché non scende mai! L’ultimo, guarda caso, è BRUNOOOO …che si era scordato giù la radio! Alla fine siamo riusciti a fargliene avere una e così anche lui ha finalmente staccato i piedi. E’ atterrato che le luci della piazza erano già accese. Per scrupolo ho controllato l’orario del tramonto del sole. Non si può volare oltre mezz’ora dopo il tramonto, ci siamo stati, per poco ma ci siamo stati. La prossima volta però sarà meglio essere più puntuali (bisogna dire però che all’inizio in decollo c’era anche parecchio affollamento).

Domenica tra pioggia e nebbia abbiamo fatto solo teoria, così avete finito di leggere…per ‘sto mese!

Ottobre

Settembre è finito con la pioggia, come poteva incominciare ottobre? Sbagliato… con le nuvole!

Le previsioni davano cielo coperto ma scarsa probabilità di acqua fino a domenica pomeriggio e ci hanno preso. Sabato pomeriggio, ore 13, campetto. Ho deciso di fare un esperimento e mi sono fornito di fiat ducato 9 posti. Così siamo saliti tutti insieme: Aldo, Pierpaolo, Stefano (che per oggi ha lasciato a casa la moglie), Franco, Mariano, Orlando e Loris. Un bel gruppo, non c’è che dire. In campetto un po’ di foschia ma vento molto buono. Progressivamente la nebbia si è dissolta lasciandoci una giornata quasi bella. Ottimo il lavoro svolto. Pierpaolo e Orlando sono pronti per il volo, Franco quasi. Loris e Stefano. al loro secondo campetto, se la cavano sorprendentemente bene. Solo Mariano, dopo un paio di tentativi buoni manifesta qualche strano problema: la vela gli sale sempre male, in ritardo sul lato sinistro. Cambiamo vela ma non accade niente. Strano. In realtà il “ragasso” si è dimenticato di dirmi che ha un po’ di sciatica che gli duole a sinistra… AAHHHH, mi pareva! Verso le 16 pieghiamo e scendiamo. In atterraggio ci aspettano: Giovanni, Vittorio, Endrio, Bruno, Emiliano e Andrea. Gli do il materiale e li spedisco su insieme appunto a Orlando e Pierpaolo nonché Aldo che era in campetto solo per un ripasso generale. Pierpaolo non è molto convinto ma intanto va a vedere com’è. Il decollo è quello nuovo, da sud. Il meno amato dai ragazzi per la sua pendenza nonché per qualche sasso qua e là… ma non si può avere tutto! Il vento in compenso è l’ideale. Endrio prova con successo le orecchie e qualche 360°, tutto bene fino all’atterraggio quando, per le terza volta su tre voli, rimane bello seduto e fa una strisciata di 10 metri col sedere… povero imbrago… bisogna risolvere in qualche modo la cosa o dotarlo di un paio di ruote! Anche Emiliano prova le orecchie senza problemi (è stato anzi molto veloce). Gli lascio fare l’avvicinamento in silenzio e se la cava egregiamente, specie considerando che è al 4° volo (e in 2 la radio ha fatto i capricci)!!! Gli do solo due consigli per il finale. I “novizi” Pierpaolo (che visti gli altri partire così tranquilli non ha resistito) e Orlando se la cavano benissimo, eseguono tranquilli gli ordini e si fanno una bella planata. In atterraggio Pierpaolo è visibilmente contento e ringrazia per l’esperienza (ma siamo solo all’inizio…). Orlando sembra più tranquillo ma deve essere emozionato anche lui visto che, alla fine, mi consegnerà la vela ripiegata a rovescio! Aldo finalmente, dopo quasi un mese dal primo volo riesce a fare il secondo. Quando gli chiedo dei wing over lui parte per dei 360°, subito corretto dopo li fa, e anche bene. Tocca poi ad Andrea ma evidentemente quel decollo non gli piace proprio e, dopo il gonfiaggio, quando dovrebbe correre, pensa che forse è meglio di no. Purtroppo la vela non è dello stesso avviso “ma come, proprio sul più bello mi vuoi rimettere per terra”. Il risultato è la prima frasca del nuovo corso: il pino in fondo al decollo ringrazia per l’onore concesso. Qualche danno all’ala e all’orgoglio del pilota ma nulla più. Purtroppo per recuperare uomo e mezzo ci vuole un po’ e quando finalmente Bruno è pronto al decollo le condizioni sono ormai scarse. Lui riesce a partire senza grossi problemi ma gli altri devono rassegnarsi a tornare in auto perché, nel mentre che Giovanni si sta preparando, entra il vento da nord. In volo Bruno esegue alcuni 360° e qualche blando wing over, atterraggio ok, molto più soft del primo.

Domenica mattina, ore 8. Tempo uggioso ma relativamente asciutto (tranne l’erba). Ci sono: Giovanni, Vittorio e Andrea che devono recuperare il volo perso il giorno prima. E poi Bruno, Endrio e Massimo. Doveva venire anche Florence ma ha lavorato fino a tardi ed era stanca. Io devo fare un biposto con un amico di Andrea, così saliamo col furgone e una macchina. Al decollo da sud il vento è nullo, a quello da ovest è da dietro piuttosto forte. Non ci resta che andare alle antenne. Qui c’è un debole nord est, sufficiente per partire senza problemi. Dopo che sono atterrato parte Vittorio che fa una simulazione d’esame in maniera esemplare, salvo una chiamata per l’entrata in finale. Tocca poi a Giovanni che prova una nuova vela. Qualche wing over e dei 360° (la quota non permette di più) servono a fargli prendere un po’ le misure della nuova ala. Endrio va in volo col pettorale dell’imbrago completamente aperto. Il risultato è che si sente sballonzolare per tutto il volo e non riesce a fare le manovre. In compenso l’avvicinamento è ok e, MIRACOLO, riesce addirittura ad atterrare in piedi, era ora! Parte poi Bruno che replica alcuni leggeri wing over e dei 360°. Gli lascio impostare l’avvicinamento a otto da solo e va benino. Dopo di lui toccherebbe ad Andrea ma il vento è girato da nord ovest. Aspettano per un quarto d’ora ma poi li faccio scendere perché devo fare la lezione di teoria. Dopo un’attenta analisi credo di aver scoperto il motivo del problema: Bruno deve avere le chiavi del decollo e, quando parte, lo chiude appunto a chiave. Su tre voli che ha fatto finora è sempre stato l’ultimo a partire, dopo di lui il nulla! Una volta per il buio va bene, ma ben due volte si è girato il vento subito dopo che è partito! Gli ho chiesto di lasciare aperto anche per gli altri o, in alternativa, di partire sempre per ultimo. Vedremo in futuro.

Dopo la teoria, visto che il tempo sembrava reggere, siamo andati in campetto con: Stefano, Alessandra, Sergio, Marco e Francesco. Su incontriamo anche Cristina che sta facendo delle prove da sola perché vuole tornare a volare, le presto una radio. Purtroppo il vento è da nord e ci tocca cambiare lato del campo. La nuova superficie è molto più piccola e, visto che a tratti piove pure, faccio chiudere 2 vele su cinque, le altre tre a rotazione così chi non ha l’ala può anche aiutare gli altri. Passiamo in questo modo circa un’ora in cui i ragazzi, tenendo conto delle precarie condizioni in cui riusciamo a lavorare, se la cavano molto bene. Purtroppo però alla fine il tempo cede e inizia a piovere, piuttosto forte per giunta. Infagottiamo velocemente le vele nelle sacche (auguri a chi le dovrà aprire e districare…) e scendiamo a farci un panino al caldo, al Tilly’s. Scendendo facciamo a tempo a vedere un pilota in volo! Se all’inizio ha trovato solo qualche goccia, gli ultimi 5 minuti di volo li ha fatti sotto una pioggia torrenziale. Ma che bel divertimento… sarà… visto il tempo non resta che cancellare il volo pomeridiano. Alla prossima (solo domenica perché sabato sono “di cresima”).

Come ampiamente preventivato sabato 13 era una giornata splendida-strepitosa-fantastica-senzaunanuvola! … io ero a una cresima… niente voli!!!!

Unica, magra, consolazione, le ottime previsioni anche per la domenica (ci mancava solo che fosse brutto!) Alle 8 ci sono 9 persone all’appuntamento. Manca una vela e pertanto Pierpaolo rimane di guardia all’atterraggio mentre gli altri fanno il primo giro. Salirà appena il primo atterra. Visto che settimana scorsa siamo andati alle casette, il vento era storto e siamo alla fine partiti dalla antenne, oggi che c’è un bel sole che picchia proprio sul costone delle antenne andiamo direttamente di là. Murphy non si smentisce mai e un bel vento forte da nord ovest ci consiglia di non scendere neppure e tirare dritto verso le casette. Qui va un po’ meglio, ma è molto debole. Sono in tanti, gli raccomando di fare un po’ svelti per volare tutti. A metà delle partenze, tuttavia, un rinforzo da est consiglia di cambiare decollo e andare a quello basso. Questo ritarda ulteriormente la faccenda. Non ricordo chi è decollato qui e chi là, comunque questo è l’esito, in ordine sparso. Florence probabilmente ha dormito male perché interpreta in modo quantomeno “personale” i comandi che le impartisco, in particolare sui 360° ha qualche intoppo e, anziché un giro completo ne fa sempre meno di metà. Dirà poi che non aveva capito che chiedevo una manovra e pensava di dover già fare gli 8 di avvicinamento. A complicare la cosa il vento, che stamattina è da sud. Questo vuol dire cambiare zona per gli 8. Dopo una lunga serie di urla per radio (che mal di gola!) finalmente si decide ad ascoltarmi e atterra senza problemi. Andrea mi pare abbia volato per primo, doveva rompere il ghiaccio dopo “l’inconveniente” che ha messo definitivamente fuori uso lo storico Orion bianco che ha servito per tanti anni tanti allievi “massicci”. Decollo Ok come pure il resto del volo. Un po’ lungo e nervoso sui comandi in prossimità del terreno, mentre manovre e avvicinamento erano andati bene. Massimo, al secondo volo, ha eseguito i 360° e i wing over come se li facesse da sempre, bravo. Provato anche il pilotaggio con le bretelle posteriori. Michele è oramai al 9° volo, ha eseguito correttamente tutta la simulazione d’esame e mi sono permesso solo un piccolo appunto in atterraggio che mi potevo anche risparmiare. Aldo ha alternato sprazzi di genio ad altri di “follia”, come quando si è messo a fare i 360° dopo che gli avevo chiesto i wing over! Avvicinamento e atterraggio ok (almeno quelli eh eh eh…) Pierpaolo, che nonostante l’attesa in atterraggio non è stato l’ultimo a decollare, ha provato per la prima volta i 360° e i wing over, con risultati incoraggianti. Giovanni ha evidentemente già preso la mano alla nuova vela perché ha fatto bene, con determinazione e precisione, le manovre previste. Buono anche l’avvicinamento quasi autonomo. Anche Bruno ha fatto un buon volo, con wing over e 360°, qualche problema invece per le orecchie che bisognerà riprovare e perfezionare. Emiliano, come dice Pierpaolo nel suo intervento, si comporta ormai da veterano. Buone le manovre (in particolare le orecchie) e anche l’avvicinamento. Alla fine hanno volato tutti ma, tra una cosa e l’altra, l’ultimo è atterrato che erano quasi le 11, con buona pace di chi dalle 10 aspettava per la teoria.

Dopo la lezione si va in campetto con: Francesco, Marco, Stefano, Sergio e Alessandra. Più tardi ci ha raggiunto anche Franco. Ormai non fa più notizia, ma il vento era di nuovo da nord! Fortuna vuole che ora, con l’erba falciata da poco dal servizio forestale (grazie Maurizio) si può utilizzare un altro piccolo prato rivolto appunto a nord. Visto che l’area era piccola abbiamo usato solo 3 vele, a rotazione, con gli appiedati che aiutavano ad aprire. In questo modo siamo riusciti, nonostante tutto, a fare un lavoro discreto, al punto che Franco e Stefano sono stati promossi a volare. A Marco, Sergio e Francesco manca tanto così, basta mezz’ora di vento dritto per correggere alcuni errori (speriamo per la prossima volta). Alessandra era praticamente al secondo campetto e, proprio all’ultimo tentativo è riuscita a staccarsi da terra per qualche secondo. Un buon auspicio per la prossima lezione.

Alle 16 siamo scesi per i voli alti. Oltre a Stefano c’erano: Florence, Giovanni, Endrio, Orlando, Pierpaolo, Bruno, Emiliano e Andrea. Franco, Aldo e Mariano sono saliti per assistere ai decolli. L’idea era partire nuovamente da sud ma il vento ha sconsigliato quasi subito la cosa. Sono andati dietro (ma forse era meglio andare alle antenne, chissà…). Da qui sono partiti alcuni ma, complice anche qualche perdita di tempo di troppo, gli ultimi si sono trovati col vento alle spalle e non hanno potuto fare altro che scendere in auto (Bruno ha provato la carta delle antenne ma ormai era troppo tardi). Florence, dopo la ramanzina della mattinata, si è dimostrata molto più attenta e ha fatto dei bellissimi 360° e wing over. Non solo, è riuscita anche a fare le orecchie al primo tentativo, manovra che di solito crea parecchi problemi alle ragazze. Orlando, che non aveva volato al mattino, ha fatto il suo secondo volo. Dapprima non voleva saperne dei wing over, ma quando ha capito come si fanno si è lanciato in oscillazioni da acrobata (… non so quanto davvero volute e apprezzate…). Endrio, regolato per bene l’imbrago, ha provato le orecchie ma gli è scappato un frontale (appena accennato), ossia invece di chiudere solo le estremità ha provato a chiudere tutto! La situazione si è risolta in meno di un secondo ma da quel momento in poi non c’è stato verso di fargliele ripetere. Bene wing over e 360°. L’ultimo a riuscire a partire è stato Giovanni. Il feeling con la nuova vela è evidente se considerate che era solo al quarto volo, ha fatto quasi da solo tutto il programma e, incredibile ma vero, ha fatto TUTTODASOLO l’avvicinamento e anche l’atterraggio. Tra due voli mi vince il mondiale… Come detto, dopo di lui il vento ha girato e gli altri sono scesi in auto, peccato.

Previsioni pessime, ma non è una novità. Dato che però “previsione” è una cosa che riguarda il futuro, per intanto ci troviamo come da programmi, poi, se piove, si vedrà.

Sabato alle 13, per il campetto ci sono Franco e Mariano, stavolta saliamo con la loro auto. Pierpaolo, che già vola, vorrebbe partecipare. Ne sono felice, capita raramente (leggi MAI) che un allievo che già vola torni al campetto di sua iniziativa… Salendo c’è nebbia ma a Camol la situazione è perfetta: buona visibilità e vento frontale moderato. Proprio l’ideale per l’ultimo ripasso che avevo in mente. I ragazzi infatti sono praticamente pronti ma serviva una giornata così perché se ne rendano conto anche loro… In meno di un’ora e mezza abbiamo finito. Tutti promossi ai voli alti (per Franco a dire la verità è solo una conferma). Scendendo faccio un biposto con Mariano “per vedere l’effetto che fa”. Tutto bene, anzi l’ha presa molto meglio di quanto io stesso pensassi… Oggi loro non possono volare perché i posti sono già tutti prenotati. In atterraggio troviamo infatti: Massimo, Bruno, Aldo, Giovanni e… Michele. Manca Giacomo ma manca soprattutto Pierpaolo che si è perso per i monti. Supponendo che lo potrebbero trovare in decollo gli do anche il materiale per lui e li spedisco al decollo delle casette (che stavolta hanno scelto loro). Da lì riesce a partire solo Michele che, con la vela nuova fa tutta la simulazione d’esame da solo, inclusi avvicinamento e atterraggio. Bravo. Gli altri optano per decollare dal decollo sud e si spostano rapidamente. In settimana li avevo invitati ad ottimizzare al meglio i preparativi e partire a intervalli di 4-5 minuti. La cosa ha funzionato perché nel giro di 25 minuti partono in 4, mentre la settimana prima ci hanno messo quasi un’ora. Dopo purtroppo il vento, già scarso, ha girato da nord e Andrea e Massimo sono dovuti scendere in auto. Giovanni, che nel volo precedente ha fatto tutto in silenzio radio, ci riprova, fa tutto bene ma entra in campo un po’ alto, così devo intervenire per correggerlo e fargli evitare le piante… Comunque non male per il 5° volo. Aldo, prima di salire, mi aveva chiesto cosa aveva sbagliato Endrio la settimana prima facendo le orecchie: aveva tirato tutta la bretella A e anziché le orecchie aveva chiuso tutta la vela, o almeno ci aveva provato. Pertanto, certo che avesse capito, gli chiedo di fare le orecchie. Se ve lo racconto credo che abbiate già capito che qualcosa non è andato… ma il nostro ha voluto fare le cose in maniera originale. Pertanto non si è limitato a tirare tutta la bretella, nooo, era banale, già visto… ha tirato solo il cordino CENTRALE! Appena ho visto che la vela stava assumendo una strana forma “svasata” al centro l’ho caldamente invitato a desistere e controllare quale cordino avesse in mano. Credo non se ne fosse neppure accorto quando l’ho interrotto. Il resto del volo è andato bene, incluse le orecchie. E’ successa anche un’altra cosa mentre riponeva il materiale ma mi ha chiesto di non dirla percui chiedetelo a lui… Pierpaolo, come previsto, era su per i monti e si è aggregato in corsa alla compagnia. Ha volato con la solita vela ma, chissà come ha fatto, ha cambiato il canale della radio. Il nostro non si è assolutamente preoccupato, ha fatto qualche manovra, ha impostato gli otto e solo a 50 metri da terra, per il finale e l’atterraggio, si è degnato di darmi un’occhiata e seguire le indicazioni che gli stavo facendo già da un pezzo. Non male per lui, anche se io, finché non si è deciso ad ubbidire, ho perso 2-3 anni di vita… L’ultimo a partire (e ridagli) è stato Bruno (ma forse mi sbaglio). Tutto bene, qualche incertezza nei wing over e gli otto un po’ troppo vicini al campo. Ma sono cose rimediabili in fretta. Il sabato è finito senza che vedessimo la benché minima goccia di pioggia, era nuvoloso certo ma ci ha lasciato fare.

Sabato notte è venuto giù di tutto ma la mattina di domenica si presentava ottima: leggera velatura alta del cielo e basta. Terreno fradicio. Alle 8 erano in quattro: Bruno, Michele, Andrea e Giovanni. Primo a partire (dalle antenne) ovviamente Andrea. Buone le manovre ma è atterrato ancora seduto. Bruno ha migliorato un po’ i wing over, fatto bene le orecchie ma è stato molto brusco durante l’avvicinamento con continui pendolamenti e cambi secchi di direzione, deve stare un po’ più attento a modulare i comandi: lui inizia tirando piano i primi 20 cm, se non succede niente, passa di colpo a 50 cm; ovvio che la vela non la prende molto bene… Michele va bene ma, visto che stamane l’avvicinamento era da nord ho pensato di dargli qualche suggerimento alla fine. Ha volato con un piccolo nodo. Giovanni sta diventando rapidamente autonomo e, come Michele, ha avuto bisogno di pochissimi aiuti. Finito il primo volo proviamo a tornare su per il secondo. Si sono aggiunti anche Aldo, che aveva pensato di starsene a casa per maltempo, e Florence che, sebbene abbia una finestra che dà sull’atterraggio si era, diciamo, presa a letto… Una volta su il sole, che era già apparso a tratti creando piccoli cumuli a bassa quota, inizia a picchiare sul terreno molto bagnato. Risultato: nel giro di 20 minuti sotto al decollo si è formato uno spesso tappeto di nubi. A vederlo è suggestivo e posso mostrare “live” agli allievi i movimenti delle termiche ma per volare non va proprio bene. Scendiamo in auto. Alle 12.30 si sale al campetto con Loris, Sergio, Francesco e Marco. Ancora nebbia, stavolta anche sul campetto, il vento però è buono. Il tempo di arrivare alla collina e la nebbia non c’è più (con buona pace di Francesco che si è vestito come un palombaro e suderà sette camicie). Siamo proprio fortunati. Anche in questo caso si trattava solo del ripasso finale e in breve ce la caviamo. Arriva anche Franco ma, prima che riesca a fare un tentativo, una leggera pioggerellina ci suggerisce di andarci a fare un panino al Tilly’s. Piccola nota: Loris, che ha sempre trovato ottime condizioni, ha fatto solo tre campetti mentre più di qualcuno è dovuto venire sette volte…

Finito il panino, verso le 16 vado in atterraggio. La giornata è ancora leggermente nuvolosa ma sta rapidamente schiarendo del tutto. Sono già tutti lì, malgrado l’appuntamento fosse alle 16.30. Meglio. Decollo ovest, dietro le casette, il loro preferito. Mentre stanno partendo arriva anche Giovanni che però è senza imbrago. Si offe allora di recuperare un’auto (se lo riportano su per volare dopo che qualcuno è atterrato). Prima che arrivino in decollo il cielo si è completamente rasserenato, non c’è più manco una nuvola. Durante i voli però ha iniziato a coprire di nuovo. Emiliano fa tutto il programma per bene, ha sempre meno bisogno di consigli, magari la prossimo volta sto zitto. Bruno continua ad agire piuttosto pesantemente sui comandi, se per i wing over questo va bene, non altrettanto si può dire per gli otto, in quanto tutti quegli sballottamenti rendono più complicato valutare le altezze. Dopo il volo abbiamo fatto un breve debriefing a riguardo e credo che ci siamo capiti. Del resto è ormai a 7 voli. Andrea è finalmente atterrato in piedi, è un importante progresso… bravo… ma aveva impostato gli otto rovesci… meno bravo… Orlando ha imparato a dosa i comandi nei wing over e ora li fa più o meno accentuati a seconda di come glieli chiedo, molto bene. Visto il guaio del giorno prima, ad Aldo stavolta ho dato una vela che per fare le orecchie ha delle maniglie apposta! Tutto bene, incluso l’avvicinamento e, quasi, l’atterraggio. L’ho dovuto chiamare dentro ma, mi ha detto poi, stava per virare da solo, molto bene. Florence nelle manovre è ormai impeccabile, avvicinamento buono. Giovanni si è trovato in atterraggio con parecchia gente e quindi ho preferito guidarlo anziché lasciare che facesse da solo, per il resto è comunque ok. Vittorio ha fatto una buona simulazione d’esame ma ha avuto bisogno di qualche dritta. Franco è riuscito a fare il primo volo! Qualche intoppo all’inizio per capire quanto e quando tirare i comandi ma è normale. Ok tutto il resto. Era felicissimo. Pierpaolo non si è trovato a suo agio con l’imbrago che gli avevo dato e questo gli ha impedito di eseguire le manovre con la dovuta scioltezza, per lo stesso motivo non sono riuscite le orecchie.

Una volta atterrati tutti e riposto il materiale ha iniziato a piovigginare, più tardi si è sentito pure qualche tuono in lontananza. Che dire… ho impressione che la fortuna abbia girato… in un week end che pensavo di passare davanti a una birra sono riusciti a fare tutte le attività programmate. Fosse sempre così! (Massimo forse non sarebbe d’accordo visto che è stato l’unico a non volare per niente)

Settimana intensa quella che ha portato alla fine di ottobre. Si comincia giovedì, con l’ultima sessione infrasettimanale fino a primavera. Ore 16.30 circa, ci sono: Michele e Giovanni che non mancano mai; Aldo, Andrea e Massimo che sono fuggiti dal lavoro, Sergio e Francesco che devono fare il primo volo… Bruno, Vittorio… non mi ricordo, forse ho pure scordato qualcuno… La giornata, splendida, si va incupendo… sai che novità! Decollo sud. Parte per primo Francesco che fa un decollo impeccabile. Volo tranquillo… erano 7 anni che lo aspettava! Quando si dice la passione. Tocca poi a Sergio, che ha pure inviato uno scritto al riguardo. Anche per lui tutto Ok, anche troppo visto che è riuscito a fare quasi 20 minuti di volo per via di una debole restituzione. Terzo (e ultimo) a partire, Massimo che, essendo al terzo volo ha fatto wing over e orecchie da solo. Durante l’avvicinamento il vento è girato da nord e così ha dovuto cambiare lato, niente di che. La rotazione del vento non prometteva niente di buono e ho detto ai ragazzi rimasti di aspettare qualche minuto prima di decollare, per vedere come buttava. Neanche 10 minuti ed è cominciata una leggera pioggerellina. FINE! Bhè, almeno ne abbiamo battezzato un altro paio!

Sabato pomeriggio, ritrovo alle 16. Cominciano ad essere in tanti: Loris (al primo volo), Sergio, Franco, Andrea, Mariano (primo volo anche per lui), PierPaolo, Emiliano, Giovanni, Michele e Bruno. Ancora decollo sud, e c’è pure un po’ di traffico. Le varie zone di volo “alpine” stanno via via chiudendo e ce li ritroviamo tutti qua… Riescono a volare tutti, e già questa è una notizia. Michele e Giovanni fanno ben due voli, ma questa NON è più una notizia. Andrea fa tutto da solo e bene, a parte l’avvicinamento dove gli scappa un altro otto a rovescia! Bruno ha volato per ultimo ( in atterraggio ogni volta che usciva un allievo mi chiedevano “E’ Bruno?”, si vede che gli piace farsi desiderare…) e finalmente ha fatto tutte le manovre e gli otto con la dovuta decisione, senza esagerare. Emiliano e Giovanni fanno tutto in assoluto silenzio radio. Giovanni al secondo volo è entrato un po’ corto. Franco fa il secondo volo e prova per la prima volta i wing over… c’è da lavorare! Loris fa il primo emozionante volo e se la cava egregiamente. Anche Mariano, malgrado non abbia chiuso occhio la notte prima, va alla grande. Michele al primo volo mi fa quasi venire un infarto perché si dimentica di controllare la maniglia dell’emergenza che risulta mezza aperta. Risultato: nessuno, rischio: aprire involontariamente il paracadute di riserva e atterrare chissà dove. Secondo volo totalmente da solo. Pierpaolo ci sta prendendo gradualmente la mano e fa tutto da solo, incluso l’avvicinamento. Mi limito a farlo entrare in campo. Sergio, al secondo volo, prova i wing over con risultati incoraggianti.

Domenica mattina, il pienone! Non male considerando che ora ci troviamo alle 7.30. Prima scelta antenne, vento debole da dietro quindi decollo casette a sud. Prima della fine della mattina gli ultimi hanno dovuto tornare di nuovo alle antenne per poter partire. In tutto non meno di 70 km attorno alla montagna per fare un volo, non male!

Aldo: ha la vela nuova, lascio che se la goda senza chiedergli esercizi, fa tutto da solo ma si dimostra un po’ troppo brusco in prossimità del terreno.

Andrea: lascio da solo anche lui, che provi le manovre in silenzio. Tutto bene fino a 40 metri da terra dove, come per Aldo, subentra un certo nervosismo. Ci vuole solo un po’ più di pratica e sparirà da solo (il nervosismo…)

Bruno: ha un lapsus subito dopo il gonfiaggio, quando dovrebbe correggere la direzione della vela un po’ verso sinistra… non ho ben capito se la pianta è la stessa di Andrea, comunque da ora in poi faranno coppia negli annali di questo corso…

Endrio: vola una sola volta alla settimana ma, secondo me, ci pensa tutti i giorni… Ha provato una vela diversa ma si è trovato subito a suo agio. Buone tutte le manovre.

Giovanni: tutto da solo, ormai c’è poco da dire…

Loris: secondo volo, wing over come da programma, gli vengono già bene. Qualche 360° sparso e avvicinamento, atterrato un po’ seduto.

Massimo (che è arrivato però più tardi): tutto da solo, meno la virata di entrata. La prossima volta però prometto che sto zitto, così vediamo se è a posto…

Michele: ha un razzo sotto il sedere perché anche oggi è riuscito a fare due voli, entrambi “autogestiti”

Orlando: ha preso la scia di Michele ed è stato l’unico a fare il bis in mattinata., fa quasi tutto da solo, gli manca solo la misura per decidere quando entrare in campo ma siamo messi bene visto che è solo a 5 voli.

Pierpaolo: tutto bene ma ha avuto un problema con l’auricolare e ha dovuto staccarlo. Non essendo abituato a sentire la radio “da lontano” si è un po’ innervosito ma ha fatto comunque il suo migliore avvicinamento, praticamente tutto da solo.

Stefano (primo volo): ha seguito per bene le istruzioni ed è pure atterrato in piedi!

Vittorio: è uno dei decani e quindi lo lascio in pace… tutto bene ma, chissà perché, sento ancora il bisogno di dirgli qualcosa in finale.

Florence: i viaggi in auto non sono il suo forte e lo scombussolamento le ha consigliato di rinunciare al volo (e tornare in macchina!)

I voli sono terminati verso le 11, abbiamo fatto teoria e poi sono salito in campetto con l’ultima superstite: Alessandra. Ci ha accompagnato anche Florence che voleva avere delle conferme. C’era una nebbia fitta e una forte umidità. Il vento era comunque buono e siamo riusciti a fare diversi tentativi prima che la vela fosse così fradicia, ma così fradicia, da sembrare finita in piscina e risultare così “ingonfiabile”. Buoni i progressi, se la prossima volta la meteo è ok penso che anche per Alessandra finirà la tortura. Scendendo, la visibilità verso la pianura sembrava scarsa, invece è fattibile. Ancora decollo casette.

Emiliano: solitario, niente da segnalare.

Florence: non poteva non volare almeno al pomeriggio, fa tutte le manovre e anche l’avvicinamento da sola. Quasi da sola il finale.

Franco: è al terzo volo, vela nuova più adatta al suo peso. Il risultato si vede, wing over e 360° gli riescono bene. Avanti così.

Mariano: non avrebbe dovuto volare ma l’assenza di Marco, che avrebbe dovuto fare il primo volo, ha liberato una vela e così il nostro ha potuto fare il suo secondo volo, con qualche wing over per contorno.

Aldo, Andrea, Bruno, Giovanni, Massimo e Vittorio sono rimasti fregati da una rotazione da nord del vento un po’ anticipata (avrà sbagliato a mettere l’ora?!?) e sono scesi in auto. Nota: sia giovedì che oggi, al momento dell’interruzione, Vittorio era pronto a partire, con le bretelle in mano… peccato…ci vuole pazienza, taaaaanta pazienza! Mi pare sia tutto… giovedì è festa e si vola… ma siamo già in novembre.

Novembre
Il mese inizia subito in modo intenso e pregno di avvenimenti. Diversamente dagli ultimi anni la scuola non ha chiuso in occasione dell’Halloween Cup svoltasi a Borso e si è invece trasferita. Ma andiamo con ordine…

Il primo novembre cadeva di giovedì e, con tutti ‘sti allievi era d’obbligo cercare di volare come minimo tutto il giorno. Ritrovo ore 7.30. Ci sono: Aldo, Mariano, Franco, Stefano, Giovanni e Bruno. Visto che tutte le volte che siamo andati diretti alle antenne siamo poi finiti alle casette stavolta saliamo direttamente al decollo sud, tanto lo so già, Murphy docet… se sali di qua il vento sarà giusto di là… e infatti riesco a partire io ma per loro non c’è scelta, devono fare l’ennesimo giro. Prima di partire fanno in tempo a vedere il volo di prova che faccio con la vela nuova di Mariano. Dopo, in atterraggio, hanno giurato di non esagerare mai e poi mai con i comandi se i risultati sono quelli che hanno visto! Alle antenne il vento da est è buono ma rinforza rapidamente. Alla fine riescono a volare solo in 3, poi le condizioni si fanno troppo forti e gli altri scendono in auto. Bruno e Giovanni fanno tutto il volo in silenzio, incluso l’atterraggio. Bravi. Per Stefano una cosa simile è ancora prematura visto che è al suo secondo volo. Meglio provare qualche wing over e un paio di 360°. Ci raggiungono anche Francesco e Marco che, venendo da lontano, volevano fare il secondo giro programmato ma sono rimasti a bocca asciutta. Il vento è parecchio forte ma, visto appunto il lungo viaggio che hanno fatto, “aggiorno la seduta” alle 13.30, se migliora voleranno al pomeriggio. Poco dopo chiama Andrea che è bloccato dalle parti di Bologna da altri impegni. Chiede com’è la giornata e, non mi spiego come mai, ma mi pare sollevato quando gli comunico che probabilmente per oggi abbiamo chiuso… Io vado a casa a mangiare (e dormire!).

Stranamente la situazione si risolve e al pomeriggio si può volare. Purtroppo lo sanno anche i 250 piloti (e non esagero) capitati a Borso per il lungo ponte festivo. Risultato: c’è da fare una lunga fila per partire. Il decollo è quello delle antenne e purtroppo oltre al traffico, un incidente rende necessario l’intervento dell’elicottero proprio davanti alla partenza e i decolli sospesi per 30 minuti circa. Alla fine però la lunga attesa dei nostri eroi viene ricompensata e possono partire. Il primo è Franco che è al 4° volo, malgrado ciò non riesco ancora a fargli fare le orecchie… proverò a tirargliele! Avvicinamento a C causa traffico in atterraggio. Dopo di lui vola la Florence che fa regolarmente le orecchie e anche dei wing over da paura (e infatti si è un po’ spaventata!). Avvicinamento a C con atterraggio fuori campo causa traffico in aumento. La termica sta infatti chiudendo bottega e i 70 piloti in volo (non esagero) vengono ad atterrare tutti in 10 minuti. Altra sospensione dei decolli degli allievi in attesa che la ressa si attenui e poi parte Giovanni per il suo secondo volo della giornata. Vista la necessità di fare l’avvicinamento a C e visto che era la sua prima volta, lo guido per filo e per segno, così come Bruno. Quest’ultimo però non deve aver ben capito cosa doveva fare perché una volta atterrato mi ha chiesto qualcosa del tipo “ma non dovevo atterrare controvento?”. Quando gli ho fatto notare che effettivamente E’ atterrato controvento, ci ha pensato un po’ su… riproveremo! Mariano, al primo volo con la nuova ala ha un po’ di difficoltà a fare le orecchie ma alla fine ci riesce e poi le replica facilmente. Avvicinamento a C. Francesco è al secondo volo e usa per la prima volta il modello di ala che ha scelto di prendere. Dopo qualche minuto di test, fa orecchie, wing over e 360° tutti d’un fiato. Non male, davvero. Un po’ violento in certi momenti ma buono. Il traffico ormai è sparito e torniamo all’avvicinamento tradizionale a otto. L’ultimo a partire (lo abbiamo fatto soffrire fino alla fine…) è Marco, al suo primo stacco da terra. Tutto regolare e quando atterra mi fa segno col pollice, alla Fonzie, non ho capito se per dire “tutto ok” oppure “mi riportate su subito?”…

Venerdì a qualcuno sarebbe piaciuto fare ponte ma io non potevo, in compenso ho stravolto i programmi di sabato. Vista la enorme massa di presenze, i voli sono stati infatti spostati al mattino. Purtroppo questo ha impedito a molti di venire. Alla fine, sabato alle 7.30 c’erano solo Bruno e Mariano. Primo volo alle antenne, decolli regolari, volo di relax per entrambi. Avvicinamento semi assistito per Mariano, da solista per Bruno che però entra un po’ corto, nessun problema ma qualche metro in più non faceva male. Secondo giro (sono in pochi e si fa presto…) Mariano fa le orecchie, i wing over e l’avvicinamento da solo, lo guido solo per l’entrata in finale. Bruno di nuovo da solo arriva lungo… tra prima e adesso la media è buona! E’ arrivato Francesco… è un po’ tardi ma un altro volo ci sta. Una volta su, Mariano preferisce evitare per via di un po’ di turbolenza e recupera l’auto mentre gli altri decollano. Francesco prova le manovre ma si dimostra un pochettino troppo violento, deve prenderci ancora la mano. In compenso è l’unico in volo quando arriva la troupe di Bassano TV: la sera per quasi metà del servizio hanno mandato in onda le sue “acrobazie”. Bruno ci riprova, entra leggermente alto. Visto che hanno già piazzato i bersagli per la gara di centro, rompo il silenzio radio e gli do un paio di suggerimenti. Così lui becca il centro e pure gli applausi. Son soddisfazioni, non c’è che dire. Peccato solo che la gara non fosse ancora iniziata… Anche per lui una veloce inquadratura da parte della TiVì.

Finiti i voli è arrivata Alessandra per il campetto. Oggi non c’è rischio di nebbia… non c’è una nuvola! Saliamo con Bruno che vuole provare qualche gonfiaggio rovescio e affinare il decollo normale. Vento perfetto, clima buono… in meno di 2 ore Alessandra termina la sua tortura. Promossa ai voli alti. Le dico che può bastare ma lei fa altri 3/4 giri perché, dice, adesso è arrivato il bello. Anche Bruno rimane ammirato per come controlla la vela in gonfiaggio. Lui riesce a fare qualche tentativo a rovescio e riesce a intuire la procedura. Purtroppo il vento non è abbastanza costante da permettere di perfezionare la tecnica. Verso le 14.30 chiudiamo e scendiamo. Di sotto ci aspettano Marco, Aldo e Giovanni che, per vari motivi, non hanno ricevuto l’avviso di spostamento degli orari. Si sono già accorti che per aria c’è un po’ troppo caos perché loro possano volare. Mangiamo un panino allo stand della festa e poi ci salutiamo.

E siamo arrivati al clou del week end, la domenica: gita a Revine Lago. Levataccia. Ritrovo al Tilly’s (chiuso) alle 7!!!! Ci sono Aldo, Bruno, Emiliano e Giovanni. Facciamo le macchine e via, gli altri ci raggiungeranno lì alle 8. Ritrovo al cimitero (era l’unico posto facilmente rintracciabile!). Visto che qualcuno è in ritardo e qualcun altro a digiuno andiamo in paese per un cappuccino. Verso le 9 sono arrivati tutti (Massimo, Francesco, Pierpaolo, Marco e Sergio oltre agli altri), le macchine sono state caricate e partono per il decollo dopo un breve briefing sulle caratteristiche più importanti della nuova zona.

Ore 9.15, squilla il telefono:

“Ciao Fabio, sono Massimo, dove si va dopo la cava?”

risposta mia “Quale cava?”

coro di voci di sottofondo “lo dicevo io… bisognava andare a sinistra… fate andare avanti me… torniamo indietro dai…”

suggerimento “accendete la radio che se avete problemi ci sentiamo meglio e risparmiamo”

ore 9.25, via radio

“Fabio da Massimo, è giusto passare davanti a una chiesa?”

“quale chiesa?!?!?”

“dai stavo scherzando?”

“ok, allora tu porti giù una macchina invece di volare, lo sai che sono permaloso… scherzetto!”

Ore 9.40 circa, arrivano in decollo

“Fabio, siamo arrivati, che bello che è qui ma… c’è il vento storto”

“Storto in che senso e quanto”

“Storto da dietro, piuttosto forte e pure gelido”

“Bhè, qui non ci sono decolli alternativi, aspettate e speriamo bene. Ci vorrà un po’ ma il sole farà il suo lavoro”

Verso le 10 è salito un gruppo di allievi tedeschi che giovedì era a Borso (segno che non siamo stati i soli ad avere questa idea). Anche loro, una volta su, si riparano come possono dal vento e aspettano, segno che anche l’idea di aspettare è condivisa. Nel frattempo sono arrivati in atterraggio anche Cesare, Fiorenzo e Luca (di corsi precedenti). E’ arrivato anche Franco, che abita a 10 km ma aveva impegni. Da ultimo arriva Vittorio che è l’unico di questo corso ad aver già volato qui, nella scorsa primavera, in biposto. Sapendo com’è la strada che porta al decollo (9 km circa di sterrato) ha lasciato a casa la sua comoda auto moderna e ha fatto a cambio con la zia. Eccolo quindi arrivare al volante di una più che indicata Alfa Sud verdino metallizzato (40 mila km in 20 anni). In atterraggio c’è un vento piuttosto sostenuto da est, così inganniamo il tempo facendo gonfiaggi alla francese, Franco non se la cava neanche male. Poi Luca, che non ha voglia di aprire la vela, mi chiede se ho il “piro piro”. Certo, che smemorato, è in auto proprio per queste occasioni: vento forte e zero voli. Il tempo di prepararlo e zac… finito il vento… 10 secondi e rizac… “Fabio, il vento è dritto, partiamo?” Una sorta di Murphy alla rovescia, metto via tutto l’ambaradan, spedisco su chi è ancora in atterraggio e autorizzo i primi decolli.

Via via volano tutti, il vento in atterraggio ancora sostenuto li costringe a fare il loro primo avvicinamento a granchio, ossia molto vicino al punto di contatto, senza otto molto accentuati. Malgrado i continui inviti a rimanere vicini al campo, “che tanto arrivate corti”, quasi tutti arrivano appena ad entrare in campo. A Pierapaolo addirittura la vela cade sulla siepe che delimita l’atterraggio. Massimo invece si vede così lento in atterraggio che si dimentica di frenare a arriva alla massima velocità… nulla di grave a parte un poco onorevole tuffo in avanti a pelle di leone! Vittorio è più fortunato, il vento è un po’ calato quando tocca a lui. Fa tutto da solo per bene fino a 25 metri da terra quando un lampo di “lucida follia” gli suggerisce di mettersi col vento in coda. A male parole gli faccio immediatamente invertire la rotta, sorvola a 30 cm un campo di pannocchie ed entra in campo con una quota residua di un paio di capelli. Solo Aldo e forse un altro riescono a passare la linea che ho messo a metà del campo come punto di riferimento (bravi). Sergio ha una specie di collisione con un allievo tedesco. Sono in due in atterraggio. Lui è davanti e atterra per primo, tenendosi tutto sulla destra per lasciare spazio all’altro che però non si accontenta e si sposta sempre più verso il nostro che, causa il vento, ha ancora la vela sulla testa. Sergio prova a spostarsi ancora più a destra ma il campo è quasi finito. Il tedesco si avvicina e, al momento dello stallo una raffica un po’ laterale porta le due vele a toccarsi leggermente. Sergio sente il rumore e, incurante dei mucchi di terra che gli sbarrano la via sulla destra, ci si fionda letteralmente in mezzo che sembra un fuoristrada. Nulla da segnalare per gli altri, salvo, come detto, una generale tendenza ad arrivare più che corti. Franco riprova le orecchie che non gli venivano giovedì, dopo lungo penare ci riesce. Glieli faccio rilasciare e poi “riprova da solo”. 15 secondi di fatica e poi zac, orecchia sinistra, passano altri 10 secondi e zac ASIMMETRICA A DESTRA (leggera per fortuna)! Molla tutto e atterriamo, per questo volo è sufficiente. Marco prova i suoi primi wing over e ho la netta impressione che gli piaccia.

Fatto il volo alcuni salgono a recuperare le auto, Sergio e Loris ci salutano e noi andiamo a prendere i posti al ristorante. Malgrado le raccomandazioni di “stare leggeri” e la decisione “solo una pastasciutta”, alla fine, complice Luca, non resistiamo alla tentazione di una grigliata con contorni misti. Al momento del caffè qualcuno ha addirittura cercato di contrabbandare la grappa chiedendo alla cameriera di portarla in un bricco da latte!!!!

Comunque siamo stati abbastanza veloci e, malgrado la foratura di Giovanni, alle 15.20 circa i nostri erano già al decollo pronti a partire. Le partenze si sono susseguite a ritmo costante e i ragazzi, come da istruzioni, hanno provato anche a cercare qualche termica lungo il costone (illusi… eh eh eh!).

Francesco e Aldo, in momenti e per cause diverse, hanno dovuto abortire il decollo. In entrambi i casi avevano già preso velocità al momento dello stop e quindi hanno avuto incontri ravvicinati con una famiglia di rampicanti spinosi che abita il fondo del decollo. Nulla di grave a parte l’orgoglio ferito.

Il vento in atterraggio era completamente girato e, praticamente, azzerato. Questo ha permesso ai ragazzi di fare tutto da soli. Marco e Franco sono stati ovviamente assistiti in atterraggio. Gli altri invece sono tutti atterrati da soli… a parte… ALDO che, memore del mattino, è entrato alto uguale! Solo che stavolta anziché 15 c’erano sì e no 2 km/h di vento. Risultato: appena è entrato si è accorto di puntare dritto il campo di pannocchie sfiorato la mattina da Vittorio. La situazione era ormai compromessa, causa le ridotte dimensioni del campo, così gli ho suggerito di tirare dritto e, una volta arrivato in fondo al campo, l’ho fatto girare e atterrare col vento in coda. Per fortuna era debole e non ci sono state conseguenze… che corsa però!!!

Dopo tanti week end positivi, uno doveva andare buco. Ovviamente è capitato proprio quando Alessandra doveva fare il suo primo volo. La sua delusione è stata in parte mitigata dal fatto che il campetto è finito appena in tempo, venerdì ha nevicato di brutto e la cosa poteva diventare faticosa…

Ad ogni modo, sabato, malgrado le pessime previsioni, ci troviamo alle 14.30. Finché non piove noi ci si prova… E’ un po’ coperto ma stanno volando. Su di corsa, dietro le casette. Ci sono: Aldo, Andrea, Bruno, Emiliano, Franco, Pierpaolo, Loris, Giovanni, Francesco, Stefano e ovviamente Alessandra. Purtroppo le condizioni non sono molto per la quale e riescono a volare solo in quattro prima di dover scendere in auto. Pierpaolo fa tutto in silenzio per bene. Francesco lo lascio cercare qualche ascendenza lungo il costone e atterra anche lui da solo. Franco ha i suoi soliti problemi con le orecchie e, una volta giù, gliele faccio rifare “da fermo” almeno 10 volte… quelle che fa finora sembrano più un asimmetrico frontale parzialmente totale! Buono l’atterraggio mentre l’avvicinamento era un po’ “s’centrato”. Loris invece lo scambio per l’Alessandra (a Revine lo avevo preso per Massimo). Dopo due minuti di complimenti per il primo volo e inviti a gustarsi il panorama mi accorgo dell’errore e cominciamo subito le manovre. Buoni i wing over, meno i 360° ma c’è spazio per migliorare. Come detto, gli altri, dopo lunga e infruttuosa attesa in mezzo alla neve, scendono in auto.

Se sabato ha tenuto, domenica è prevista acqua a catinelle. Invece alle 6.30 il cielo è terso così l’appuntamento alle 7.30 è confermato. Peccato che nel momento esatto in cui tiro fuori la macchina dal garage inizia una fastidiosa pioggerella. Ma come?!? Ci troviamo ugualmente con Aldo, Andrea, Bruno, Pierpaolo, Michele, Giovanni e Massimo. Poco dopo le otto il tempo sembra migliorare e forse permettere un volo. Si sale, ancora decollo ovest. Non è il massimo ma è passabile. Andrea prova una vela nuova, più adatta alla sua taglia e, una volta giù, vorrebbe portarsela a casa subito… Effettivamente la taglia è importante, ma è stato difficile trovare un biposto che gli andasse bene! Bruno, Giovanni, Michele e Pierpaolo fanno tutto il volo in silenzio e atterrano da soli. Solo Michele entra un po’ alto e, non so perché, decide proprio in quel momento di ispezionare il capannone a fondo campo. Se non gli suggerivo calorosamente di virare, probabilmente avrebbe provato anche ad entrare da una finestra, tanto per vedere dentro! Anche Massimo fa il volo da solo, ma più per forza che per amore della libertà… qualche dritta durante l’ultimo otto e anche lui fa quasi centro. Aldo, l’ultimo rimasto in decollo, è nel frattempo stato raggiunto da Sergio e Francesco che, abitando lontano ed essendo notoriamente pigri, se la sono presa comoda e sono arrivati verso le 9. Purtroppo il vento è peggiorato, discendenza pura da nord. E’ il principio “della porta del freezer”. In decollo e sopra c’è neve, l’aria a contatto si raffredda e scende, piano ma scende. Basterebbero due raggi di sole per aggiustare la cosa ma è già tanto che non si rimetta a piovere… Con Marco, arrivato nel frattempo, e con chi ha volato, prendiamo tempo prendendo un caffè, poi li rimando su nella speranza che quando arrivano sia tutto a posto ma, ahimè, verso le 11 inizia davvero a piovere e devono scendere. Facciamo teoria e poi ci salutiamo con poche speranze per il pomeriggio. Michele e Marco rimangono per una pastasciutta, arriva anche Bruno, che però ha pranzato a casa (ma come ha fatto che sono appena le 13.30?!?!?). Verso le due e mezza la giornata è ancora come al mattino e non piove. La tentazione di andare a vedere è troppo forte e si sale… per trovare le stesse condizioni. Dopo una mezz’oretta bisogna proprio rassegnarsi e tornare a casa. Alla prossima
Questa settimana programma ridotto perché la domenica e prevista l’assemblea di fine anno della federazione cui non posso mancare. In compenso, sabato giornata piena, dalle 7.30 del mattino. Cielo sereno e un freddo discretamente intenso ci accolgono in atterraggio. Ci sono: Andrea, Aldo, Pierpaolo, Bruno, Mariano e Massimo. Calma di vento, proviamo alle antenne dove invece sembra essercene, secondo il binocolo. Effettivamente ce n’è, da nord est. Parto per primo per vedere la situazione ma qualche oscillazione piuttosto pronunciata consiglia di aspettare. Dopo oltre un’ora, nulla è cambiato. Visto che il sole è ormai abbastanza alto proviamo al decollo sud, scendono (perché dietro c’è la neve) e, con Michele, Marco e Orlando che nel frattempo si sono aggregati, salgono l’altro versante. Purtroppo lì il vento entra piuttosto sostenuto da est e non è fattibile. Aspettando tempi migliori arriva anche Emiliano. Visto che ha la macchina, sale alle antenne, dove si vedono vele in preparazione. Una volta su la conferma: finalmente si può partire. I nostri si sobbarcano l’ennesima discesa-salita (ma quanta pazienza e quanta passione ci vuole!!!) e finalmente possono volare. Il vento ora è decisamente da est e suggerisco di puntare dritto sul campo, quando saranno a tiro vedremo se cercare qualche termica, fare delle manovre o atterrare e basta! Purtroppo non tutti mi sentono bene… Emiliano, ovviamente, vola per primo. Vela nuova. Volo liscio, cerca qualcosa sul costone dei tornanti ma con poca fortuna, gli do qualche indicazione di massima sulla distanza da tenere dal costone ma poco dopo è costretto ad atterrare. Da solo, il vento è discreto, lo sottovaluta, e arriva in campo parecchio corto. Mentre lui cercava qualche termica è partito anche Bruno che, senza badare al nome anteposto ai comandi via radio, ha eseguito per filo e per segno quello che dicevo a Emiliano! Risultato, si sta dirigendo dritto filato in un bel sottovento. Lo richiamo con forza e, alla fine , arriva in atterraggio con pochi metri di avanzo. “Atterraggio cortisssssimo” ho scritto nei miei appunti, fate voi. Hanno poi volato tutti gli altri (ma non ricordo l’ordine). Massimo, con la vela nuova, si è arrangiato abbastanza bene, salvo qualche suggerimento sull’avvicinamento con vento forte (più o meno come a Revine). Marco ha fatto il terzo volo senza problemi, provate anche le orecchie. E’ un po’ smanettone, gli piace dondolare, può andar bene, ma non vicino a terra. Andrea ha abortito un decollo per “ritardato intervento sui comandi”. Il volo è andato regolarmente, l’ho lasciato da solo, come mi aveva chiesto, ma alla fine, visto il vento, non ho resistito e gli ho dato qualche ordine. Forse se si arrangiava sarebbe andata meglio perché, quando l’ho fatto entrare era ok, quando si è tirato in piedi era ok ma subito dopo ha beccato una restituzione incredibile che lo ha fatto atterrare almeno 20 metri fuori campo. Niente di che, beninteso, ma non è stato il “nostro” migliore avvicinamento. Michele ha fatto tutto da solo ma è atterrato piuttosto corto pure lui. Il massimo, in quanto a “corto” lo ha però fatto Pierpaolo, atterrando ben tre campi prima! Dopo il decollo, memore dell’avvertimento “non girare a sinistra che c’è la cava!”, il nostro ha pensato bene di girare a destra. Dentro la valle! Viste le condizioni di controvento, ci ha messo un po’ ad uscire e, alla fine, la quota rimasta non gli ha permesso di avvicinarsi di più. Nessun danno e, quindi, solo un’esperienza in più. Speriamo che la prossima volta si tenga più vicino all’atterraggio. Orlando non ha avuto problemi, perché lo guidavo, visti i pochi voli. Dato che è arrivato alto abbiamo fatto qualche manovra ma doveva avere un gran sonno perché mi ha scambiato i 360° con i wing over, vabbè, cose che capitano. Aldo invece è stato quello, con Massimo, che si è trovato meglio con questo vento, Revine è servita! Vittorio ne ha combinata una di bella. Da oggi hanno le radio nuove, tutte uguali, senza possibilità di manipolazioni, con un solo pomello per accendere, spegnere e regolare il volume. Più semplici di così! Visto quindi che non poteva trovare scuse sul funzionamento della radio (nuova e a prova di pollo) ha pensato bene di lasciarla in decollo! Ma non poteva semplicemente abbandonarla, nooo, probabilmente temeva il camion frigorifero di carne di cui mi sono provvisto da un po’. E qui è scattata la genialata che lo ha salvato da una filippica senza precedenti: ha dato la radio a Cateno per vedere se funzionava, “prova radio, prova radio, ok, funziona!”… ed è partito lasciandola lì!!!! Quando me lo ha detto non ho avuto il coraggio di infierire (ma forse lo sto facendo ora?!?!). Bruno, l’uomo razzo, era già in decollo quando è partito l’ultimo e così si è fatto un secondo giro e stavolta è atterrato da solo benissimo, meno male! Mariano, dopo tutti ‘sti giri, alla fine non ha volato, ritenendo le condizioni eccessive per la propria esperienza, una scelta difficile che dimostra obiettività. Dato che ormai era mezzogiorno passato da un pezzo (non sembra ma salire e scendere in auto porta via tempo…) ci siamo aggiornati alle 14.30 perché le condizioni si stavano facendo spinte. Pastasciutta al Tilly’s e poi di nuovo tutti lì, con in più: Giovanni, Loris, Sergio, Endrio, Franco e Francesco. Praticamente mancavano solo 3 persone su 20. Un record! Decollo delle casette, da cui al pomeriggio si partiva bene. Hanno volato tutti meno Andrea, Bruno, Emiliano e Aldo, bloccati dal cambiamento del vento. Chi aveva più di 6/7 voli ha avuto modo di gestire il volo come meglio credeva, io mi sono limitato a osservarli e a guidare gli altri. Massimo, da solo, se l’è cavata bene, come anche Michele (che ha recuperato il “corto” della mattina. Anche Francesco, Pierpaolo, Giovanni e Vittorio (incredibile ma vero!) hanno fatto tutto da soli per bene. A dire il vero Vittorio è entrato con un po’ di vento in coda, ma è stato un errore veniale e ha pagato con una bella strusciata! Endrio è andato benino nelle manovre, da migliorare le orecchie. Atterraggio un po’ sui generis. Quando, su mia indicazione, ha visto che andava ad atterrare nel campo vicino perché era un po’ lungo, ha pensato bene di virare e puntare il centro, vedendo che era alla quota giusta. Peccato solo che, così facendo, è atterrato col vento dietro, e fortuna che era leggero! Marco ha riprovato le manovre e si è molto divertito con i wing over. Bisogna però che stia più tranquillo vicino a terra. Mariano era un sorvegliato speciale ma se l’è cavata alla grande. Ha fatto il suo primo atterraggio tutto da solo, con qualche parola da parte mia che serviva solo a ricordargli che lo stavo guardando. Franco ha fatto un bel volo, riuscendo anche a girare qualche cosa. L’avvicinamento un po’ “casual” mi ha indotto a intervenire negli ultimi metri per dargli un’aggiustatina, ma tutto sommato è ok. Loris (che stavolta ho scambiato per Sergio) ha provato i wing over da solo ma non andavano. Guidato è andata meglio, vedremo alla prossima. Non gli sono invece riuscite le orecchie, ma forse è solo un episodio. Sergio, al quarto volo, è riuscito a fare tutto senza troppi interventi da parte mia, incluso l’avvicinamento fino quasi a terra. Bene. Orlando si è svegliato e il secondo volo è andato decisamente meglio, guardato a vista, ha fatto tutto l’avvicinamento senza che fosse necesario intervenire. Stanno piano piano crescendo.

Anche l’ultimo week end di novembre ci ha lasciato volare, e alla grande pure. E’ davvero strano per questo periodo dell’anno, ma meglio così.

Venerdì sera abbiamo iniziato il ripasso con i primi quiz, i risultati non sono stati male ma non entriamo nei dettagli…

Sabato ritrovo h 13. Presenti: Gianni, Pierpaolo, Vittorio, Franco, Stefano, Michele, Bruno e Alessandra, che finalmente dovrebbe fare il primo volo… Decollo ovest, io ho un biposto col cognato di Andrea (mi pare…). Vento da sud ovest, discreto. In realtà per loro è meno buono di quanto sembri e ci mettono un po’ per partire. Gianni, assolutamente da solo, si fa i suoi primi 25 minuti in termica, imitato da Michele che gli contende il primato di permanenza in aria (ho deciso per un salomonico 25 pari, vista la mancanza di dati certi…). Pierpaolo ha la telecamera e fa il suo primo volo “da regista”. Tutto bene, a parte il fatto che mi tocca chiamarlo in atterraggio perché si stava prendendo corto sul filo del telefono. Corto si prende anche (DI NUOVO!) Vittorio, che per il resto se la cava bene. Franco invece, partito dopo una lunga pausa dovuta al vento, mi pare distratto. Lui dice che la radio funzionava male… comunque nessun problema per l’atterraggio, peccato che non abbiamo fatto tutte le manovre previste. Stefano, al terzo volo, prova le orecchie con successo. Avvicinamento semi assistito. E’ poi incredibilmente la volta di Alessandra che decolla benone e si fa il suo bel voletto in santa pace. Buone le virate. Bruno lo lascio in pace e si arrangia. Andrea mi ha chiesto di ricominciare a guidarlo per filo e per segno perché ha dei forti dubbi sull’avvicinamento e la quota di entrata. Eseguo. Arriva comunque lungo ma atterra bene, in piedi. Loris è in piena fase didattica e prova le orecchie e i wing over con discreti risultati (stavolta me lo volevano far passare per Massimo, ma Massimo non c’era…). A questo punto ripartono i primi che, velocissimi, erano tornati su con l’ordine tassativo di aspettare che tutti gli altri facessero il primo giro. Gianni fa una planata da solo, Vittorio (giuro!) atterra tutto da solo. Smanetta un po’ sui comandi ma la quota era giusta. Complimenti! Pierpaolo fa un secondo giro per completare il girato da cui trarre il suo primo film…

Domenica, visti i continui giri a vuoto all’alba, abbiamo posticipato di un’ora il ritrovo, tanto è uguale! Alle 8.30 ci sono: Alessandra (che ci ha preso gusto), Bruno, Massimo, Pierpaolo, Andrea, Orlando, Sergio e Aldo. Al mattino si va alle antenne, quindi su di corsa. Vento perfetto (sta settimana ci vanno tutte bene)! Bruno si sacrifica e si offre come autista per far fare più giri a chi ha meno voli. Un grazie sincero! Quasi tutti i voli del primo turno si svolgono senza problemi. Fa eccezione Andrea che, vittima di un “colpo de mona” del sottoscritto, finisce senza danni fuori campo, ma davvero fuori. Praticamente nello stesso prato dove era atterrato Pierpaolo 7 giorni prima. Per gli altri nulla da dire visto che non necessitano di interventi sostanziali, nemmeno Sergio e Orlando, che si arrangiano. Alessandra comincia a prendere confidenza con i wing over. Quando gli ultimi atterrano, Alessandra, Orlando e Sergio sono già in decollo, grazie a Bruno. Prima che risalgano anche gli ultimi, fanno a tempo ad aggiungersi Marco, Gianni e la Florence. Alessandra, al terzo volo, ha problemi di radio o di volume, comunque atterra senza fastidi. Sergio fa tutto da solo e si becca, meritatamente, i complimenti del sottoscritto, così come Orlando che smussa qualche imprecisione del primo volo. Massimo fa la replica quasi esatta del volo precedente (bene) ma si lamenta che i voli dalle antenne sono noiosi! Aldo invece non dice nulla e, zitto zitto, si fa il suo secondo giro da solo. Pierpaolo ha finalmente risolto i problemi di “corto in atterraggio”. A dire la verità tutti quanti, questa mattina, atterrano ben oltre la metà del campo, facendomi contento! Marco ha una vela nuova ma non ci si trova perché ha i comandi lunghi. Risultato: niente acrobazie e io non rischio l’infarto! Quasi quasi gliela lascio in eterno! Gianni sperava in qualche termica mattutina ma si vede costretto alla “solita” planata. Florence, che deve ottimizzare i pochi voli che riesce a fare, prova tutte le manovre d’esame con successo, avvicinamento quasi tutto da sola, salvo un piccolo intervento in finale. Bene. Andrea, ovviamente, è ora un sorvegliato speciale. GLi ho rispiegato a terra come deve fare le virate, i riferimenti da tenere e tutto il resto. In volo esegue alla lettera. Finalmente otto tranquilli e senza involontari pendolamenti collaterali. Risultato: fa quasi centro (circa 8 metri non è male). Avanti così. Sto per sospendere fino al pomeriggio quando mi avvisano che Orlando è su già per il terzo volo! Pronti! Il volo è la conferma che ormai il ragazzo ha raggiunto un buon punto di cottura… Bruno, come detto, non ha volato e si è dedicato alla guida del suo amato e ormai celeberrimo Kangoo verde passo lungo!

Andiamo al Tilly’s a mangiare e far teoria.

Ore 13.30, si risale! Pierpaolo, Sergio, Alessandra e Orlando sono andati a casa, paghi della mattinata. Si aggiungono però Endrio, Emiliano e Mariano. In decollo c’è una lunga fila e non riescono a partire che poco prima delle 3, inconvenienti di Borso… Marco, che ha riottenuto la “sua” vela, sebbene sia solo al settimo volo, riesce a fare un quarto d’ora di debole termodinamica sul costone dei tornanti. Gli altri ci provano e Gianni per un po’ ci riesce ma la giornata sta ormai finendo. Endrio, che come Florence, deve sfruttare al massimo ogni volo, prova tutte le manovre e fa l’atterraggio da solo. Bravo. Emiliano non sta abbastanza vicino al costone e ben presto atterra. Mariano va in volo e, rassicurato sulla debolezza delle eventuali termiche, abbozza un otto vicino al costone prima di uscire. Avvicinamento a C causa traffico. Fa un po’ di confusione e si prende la sua piccola parte di carne (ho sempre il frigo pieno, per ogni evenienza). Una volta giù ci accorgiamo che un cordino terminale si è spezzato in decollo. Prendo nota e sabato prossimo provvederemo alla sostituzione. Lascio Florence in totale silenzio radio e lei atterra perfettamente dopo aver fatto la manovre. Bruno finalmente ha modo di farsi una bella planata in relax. Massimo sembra fare a gara con Andrea su chi la combina più grossa (involontariamente è ovvio). Lo sto osservando e ci rimango male quando, in piena termica, lo vedo uscire in pianura con le orecchie. Ma come… alle antenne si annoiava e adesso che c’è la termica se ne va?!? Solo quando si abbassa capisco il motivo: è il primo volo con l’imbrago nuovo e non è riuscito a sedersi. I cosciali, che ti tengono proprio LI’, dopo un po’ cominciano a fare male e ovviamente lui non vedeva l’ora di scendere, termica o non termica! Andrea ha deciso di non volare ed è sceso in auto così Aldo, giunto al terzo volo della giornata, è rimasto da solo in decollo. Prova a partire, la vela ruota verso sinistra ma il nostro non si ferma e continua a correre seguendo la vela e facendo così una virata di oltre 90°, A TERRA PERO’! Quando vede le piante, finalmente, si ferma. Il tempo di districare qualche cordino e riprova, stavolta con successo. Quando lo vedo uscire fatico a crederci, pensavo di vederlo scendere in auto. Invece fa il suo volo forse più bello, e chiude la giornata. Stavolta, anche volendo, non posso non congratularmi! Bravo.

p.s. non pensiate che tutti i bravo e i bene di questo ultimo pezzo siano eccessivi, chi mi conosce sa che non mi piace abbondare in complimenti, quindi, se c’è scritto, vuol dire che era proprio così!

Dicembre
E siamo arrivati alle ultime settimane di corso (spero).

Purtroppo però il mese di Dicembre non è cominciato affatto bene, perché domenica Orlando si è fatto male in atterraggio. Al momento di entrare in campo infatti ha toccato con l’imbrago il cavo del telefono a nord. Lui si è fermato per un attimo, mentre la vela è scappata avanti facendolo così cadere sulla strada. Ha riportato alcune fratture alle gambe e ne avrà per un po’. Inutile dire che siamo stati tutti molto scossi dall’incidente e che gli facciamo i nostri auguri per un pronto recupero.

Per questa ragione permettetemi, per questo week end, di evitare la cronaca dettagliata della due giorni. Mi limiterò a riportare i voli effettuati.

Sabato 1, pomeriggio. Franco ha fatto due voli, ha ancora un po’ di dubbi sull’avvicinamento, ma li stiamo superando. Anche Stefano è riuscito a fare due giri, e al secondo è atterrato da solo! Loris si è limitato ad un solo volo ma pure lui è atterrato in silenzio radio. Bravi entrambi. Che Aldo, Michele, Massimo e Gianni si arrangino è ormai assodato. Andrea l’ho aiutato solo perché c’era un po’ di traffico. Mariano ha fatto tutto da solo, unico appunto i wing over un po’ scarsi. Bruno ha fatto un atterraggio a C sui generis. Florence non era in giornata, ha sbagliato 3 decolli ed è scesa in auto.

Domenica mattina. La giornata non positiva si è presentata subito, Alessandra infatti è inciampata in decollo procurandosi una piccola storta che le ha impedito di volare. Bruno è andato bene come pure Andrea, che ha fatto tutto da solo. Sergio aveva l’imbrago sregolato e si è trovato un po’ scomodo, buono comunque l’avvicinamento. Aldo ha fatto centro in atterraggio, peccato che fosse in leggera virata e quindi un po’ veloce, da correggere. Francesco ha eseguito alla perfezione il programma d’esame completo. Michele è entrato piuttosto corto. Orlando, al primo volo con l’attrezzatura nuova, aveva già un buon feeling e si è esibito in “super wing over”. Pierpaolo ok.

Sono tornati su per il secondo giro con in più Marco, Gianni e Florence. Francesco ha fatto un secondo volo ok, come pure Pierpaolo. Florence, Marco e Gianni ok. Anche Michele è andato bene, considerando soprattutto che era in volo al momento dell’incidente e che nonostante questo è atterrato da solo. Gli altri sono scesi in auto.

Eravamo indecisi per il pomeriggio, ma alla fine ha prevalso l’idea di battere il ferro finché è caldo e fare un volo anche al pomeriggio (chi poteva) per superare subito la cosa. I primi due voli mi hanno quasi fatto ricredere. Marco, all’ultimo, ha fatto una gran virata proprio verso i fili, per poi tornare indietro e atterrare un po’ così… Endrio, aggregatosi per il pomeriggio, ha mandato la vela in negativo al momento di entrare in campo. E’ stato bravo perché se n’è accorto subito, ha rilasciato il comando ed è atterrato bene. Gli altri se la sono cavata molto meglio. Andrea ha fatto il suo miglior atterraggio di sempre. Bravo. Mariano ha addirittura fatto centro da solo!!!! Gianni, Emiliano e Bruno erano OK. Aldo è entrato “aldo” e ha dovuto fare una grande esse per perdere i metri in più, situazione gestita bene comunque.

Week end dell’immacolata, quindi si vola anche sabato mattina. Dopo l’incidente a Orlando è stata cambiata la procedura di avvicinamento con vento da nord. Non che l’altra non fosse ok, ma visto che, malgrado tutte le precauzioni, è successo lo stesso, adesso si cambia. Il nuovo avvicinamento è un po’ più difficile da imparare ma evita di passare sul cavo del telefono. Alessandra riesce a fare due voli, il primo, causa una virata un po’ lenta, perde troppa quota in finale e atterra fuori campo. Il secondo giro va invece molto meglio e, praticamente, fa quasi centro. Positivo soprattutto il fatto che, finalmente, è riuscita a fare le orecchie. Anche Stefano fa due voli con la nuova procedura di atterraggio e ha bisogno di qualche dritta vista la novità. Michele invece, vista l’esperienza che ha lo lascio abbastanza da solo a fare il C, in entrambi i voli atterra leggermente corto, ma può andare. Vittorio ci mette un po’ ad amalgamare il nuovo percorso, il primo atterraggio è da dimenticare. Molto meglio il secondo. Endrio, per la prima volta riesce a fare due voli consecutivi, e i risultati si vedono! Pierpaolo ha l’attrezzatura nuova ma se la cava bene. Andrea, incredibilmente, si trova subito a suo agio col nuovo avvicinamento. Anche per lui 2 voli. Massimo è l’ultimo a fare 2 voli, dopo qualche suggerimento nel primo (come tutti) fa da solo il secondo. Bruno e Gianni si devono accontentare di un giro solo (Bruno perché ha fatto il tassista, Gianni perché ha dormito fino a tardi!). Finiti i voli e recuperate le auto, test di teoria con i quiz per vedere come sono messi. Risultati incoraggianti. Al pomeriggio su di nuovo. Il vento sta girando da nord e quindi alcuni tornano agli otto, nella parte sud del campo, altri replicano il C della mattina. Vittorio, tutto da solo, FA CENTRO! Complimenti. Stefano atterra a C da solo dopo aver fatto le manovre. Gianni arriva un po’ lunghino, ma è meglio così. Franco è venuto a volare con le scarpe da festa, io non me ne sono accorto e il risultato, complice un decollo un po’ scivoloso, è stata una bella storta. E’ dovuto scendere in auto con Alessandra, che si è un po’ impressionata e ha preferito restare con i due voli del mattino. Bruno è arrivato anche lui lungo, un po’ troppo però e ha dovuto fare almeno 3 virate per smaltire la quota in eccesso. Pierpaolo e Emiliano non hanno avuto problemi particolari, mentre Michele ha addirittura trovato un po’ di termica e non so neanche io come abbia fatto. Andrea ha fatto tutto

Domenica era in programma la trasferta a Feltre, in occasione del primo trofeo Andrea Cardin. Ritrovo alle 8 e partenza. Ci sono: Massimo, Giovanni, Emiliano, Aldo, Bruno, Marco (con famiglia), Pierpaolo, Michele, Mariano e Florence. Aggregati: Ivano e Michele. Appena partiti chiama Mariano: la polstrada ha fermato Aldo per sorpasso azzardato o qualcosa così… Alle 8.30 mi chiama Sergio che è già in zona con Francesco e riferisce di pinguini che banchettano in atterraggio. Quando fermo la macchina il termometro segna -6! Migliorerà… spero! Una rapida colazione al ritrovo locale, iscrizioni per chi vuole partecipare alla gara e si sale. A due chilometri dalla vetta la prima, sgraditissima sorpresa: l’ultimo pezzo è innevato e nessuno ha catene o gomme da neve. Dopo uno stoico tentativo da parte di Bruno che rischia di finire nel bosco per risparmiarci 200 metri di strada ci rassegniamo. Zaino in spalla e scarpinare. Gli “alpinisti” del gruppo sono contenti della novità, “così proviamo com’è” dicono. Gli altri non sono punto d’accordo, e fortuna che neve ce n’è poca, sennò li avrebbero sotterrati lì! Sbuffando e sudando, dopo 25 minuti di cammino, arriviamo in cima. Il panorama è splendido, è comunque una soddisfazione, salvo poi veder arrivare, belli comodi, alcuni piloti locali con auto attrezzata per la bisogna. Neanche il tempo di prendere fiato e provare due gonfiaggi che arriva un ventaccio infame da nord est, ossia a 90° rispetto al decollo. E’ talmente teso che non si può neanche provare una sessione di gonfiaggi rovesci. Faccio qualche tentativo ad uso e consumo di Michele, per l’occasione fotografo ufficiale. Dopo un’ora circa di inutile e soprattutto gelida attesa, decidiamo di tornare al ristorante in atterraggio, al caldo! Per strada proviamo a valutare un altro decollo, più basso e rivolto correttamente, ma gli abeti che si piegano suggeriscono di proseguire con la passeggiata. Una volta alle auto incontriamo parecchi piloti che stanno giusto salendo per volare ma li sconsigliamo. Poco dopo arriva una telefonata dell’organizzazione: voli annullati causa vento, si passa tutti alla fase due della gara: i 50 metri di corsa con vela sulla testa! Sono ottimista, chi sa gonfiare meglio di un allievo? Appena giù, i nostri partecipano alla prima eliminatoria. Chi vince va in finale, primo premio 1 milione! Ecco allineati: Florence, Mariano, Gianni, Bruno, Michele, Aldo e Irene (aggregata perché in 6 erano pochi). Ci doveva essere anche Emiliano ma il campo in non perfette condizioni lo ha dissuaso dall’aprire la vela! Maurizio ricorda le regole: 1-2-3- Via, vietato correre con la vela a terra. Io vengo incaricato, pro tempore, di valutare chi arriva per primo. Ho anche la macchina fotografica di Michele. Al via partono tutti con decisione (a breve le foto…). Michele prende subito un po’ di margine, tallonato da vicino da Mariano, Aldo gonfia bene ma è lento. Gli altri sono subito tagliati fuori dalla caduta laterale della vela. Michele si avvicina rapido alla meta, ha sott’occhio Mariano a cui sta pian piano cadendo la vela ma non vede Aldo che, un po’ lontano, quatto quatto si avvicina. Quando vede la vela gialla di Mariano cadere a terra, forse Michele pensa di avercela fatta ed è qui che Aldo, con un poderoso colpo di reni finale lo sorpassa proprio sulla linea, mentre lui sta già esultando. A dire la verità io, oltre a fare il giudice, stavo anche pensando a fare le foto e non è che sono poi tanto sicuro della valutazione, vedremo quando verrà sviluppato il fotofinish, tra qualche mese… Dopo la gara, finalmente, a mangiare, abbiamo 2 ore prima della finale che vedrà impegnato il nostro campione. Qui ho commesso un errore imperdonabile: l’ho lasciato mangiare liberamente. Aldo ha una certa età, diciamocelo, e per smaltire ha bisogno di una digestione tranquilla. Avrei dovuto stare più attento, invece ahimè si è ben pasciuto. Il colpo di grazia alla sua prontezza di riflessi è arrivato a fine pranzo con la torta a sorpresa per Florence. Compiva gli anni ma tutti, su indicazione di Cateno, l’abbiamo rigorosamente ignorata per tutta la mattina. Dopo pranzo, mentre discuteva con i ragazzi, il cameriere si è avvicinato alle spalle di soppiatto e “TANTI AUGURI A TEEEE!” tutti insieme. Dire che è stata sorpresa è molto riduttivo e si è pure commossa. Purtroppo, come dicevo, questo è stato fatale per lo sprint del nostro purosangue (che per inciso il giorno prima era arrivato “uno” ad una mostra canina (non lui, il suo cane)). In finale c’erano fior di campioni. Un nome per tutti: Luca Donini, fresco vincitore dei campionati del mondo in Spagna! Purtroppo la “corsia” assegnata non era delle migliori perché presentava una leggera salita nel finale (il prato è fatto così!). Aldo però, nonostante l’ansia da prestazione e la caratura degli avversari non si è tirato indietro. E’ partito bene, come suo solito, un po’ lneto non è però riuscito a competere con i più giovani e scalpitanti. Con una corsa regolare è però riuscito a non farsi staccare e, con un tuffo vero e proprio nel finale (nel senso che è finito lungo disteso), è riuscito ad agguantare, udite udite, il terzo posto a parimerito, battendo perfino Donini!!!!! Finita la gara, di nuovo dentro al ristorante (e tre!) per le premiazioni, precedute da un pizza-party con birra a secchi! I voli?!? ah… beh… quelli… non ci ha più pensato nessuno! (foto)

Ultimo week end prima degli esami… Abbiamo fatto un conto: finora questo corso ha effettuato oltre 250 voli in totale, e quasi certamente supererà i 300 entro l’esame. Non male.

Giovedì aveva nevicato parecchio e il freddo si è fatto intenso. Molti avevano dubbi sul week end, ma le strade erano ok ed è bastato vestirsi bene. Sarà stato il freddo, sarà stata la neve a terra che rendeva invisibile la manica a vento, sarà stato il discreto vento da ovest a cui i ragazzi non erano avvezzi, sarà stato qualcos’altro, ma sabato pomeriggio solo un paio hanno fatto l’atterraggio bene e da soli, gli altri hanno avuto bisogno di aiuto, o sono andati lunghi o, addirittura, sono atterrati col vento in coda. Decisamente non un buon pre-esame! Evito di specificare chi e come, perché effettivamente le condizioni meteo insolite (neve e vento al traverso) hanno pesantemente influenzato gli atterraggi. Comunque hanno volato: Aldo, Pierpaolo, Vittorio (2 voli), Stefano, Mariano, Alessandra, Andrea, Loris, Gianni (2), Michele (2). Bruno, pur presente non ha volato per fare da autista. Quelli con un solo volo, dopo essersi sorbita una buona dose di freddo in decollo per la seconda partenza sono scesi in auto col riscaldamento “a chiodo”!

Domenica mattina si era sui meno qualche cosa, ma visto che era l’ultimo giorno utile per fare pratica, i ragazzi erano parecchi: Massimo, Michele, Aldo, Pierpaolo, Marco, Endrio, Sergio, Bruno e Loris. Hanno fatto un primo volo dalle antenne senza problemi. La cosa mi ha di molto rianimato, dopo le infelici prove del giorno prima. Oggi invece sono andati tutti bene, ottimi atterraggi da soli… Poi sono tornati su per il secondo giro, insieme anche a Giovanni e Florence, che pur abitando a 4 metri dall’atterraggio si era presa a letto… Purtroppo il vento ha girato da ovest e, dopo un’oretta di attesa (non gelida per fortuna) sono scesi in auto. Con questo volo Michele ha raggiunto Giovanni in testa alla classifica del numero di voli fatti!

Ultimi quiz al Tilly’s e un po’ di ripasso, seguiti da una pastasciutta prima di tornare in decollo, stavolta a ovest. Il vento un po’ forte all’inizio è poi calato di brutto (anche troppo…) ma sono riusciti a volare tutti: Florence, Michele e Gianni, Aldo, Pierpaolo, Marco (malgrado un forte mal di pancia patito a metà giornata), Sergio, Bruno, Emiliano e Loris. Franco è invece tornato in macchina e, mi pare, anche Mariano. Nulla da segnalare, e quindi bene per tutti!

Ci vediamo agli esami!

Alla fine siamo arrivati alla conclusione anche di questo corso. Viste le medie numeriche precedenti è stato parecchio più impegnativo e purtroppo, visto che anche la statistica vuole la sua parte, c’è stato un infortunio piuttosto serio e una bocciatura agli esami. Orlando e Franco li ritroverete pertanto su queste pagine quando inizierà il nuovo corso, ma vediamo ora di congedarci dai ragazzi che sabato 22 hanno finalmente conseguito l’agognato attestato.

Previsioni incerte fino a venerdì, quando finalmente più meteorologi si sono messi d’accordo sul bello stabile, almeno da noi. Settimana difficile anche per quanto riguarda la parte burocratica, in quanto ci sono state alcune difficoltà nel reperire un esaminatore libero (ahhh… le feste!). Alla fine è stato nominato Roberto Bisa, che ha già svolto alcuni esami presso di noi e, guarda caso, di solito vola proprio a Borso del Grappa.

Il ritrovo, inizialmente da me fissato per le 8.30 è stato anticipato alle 8 per fare prima la prova teorica. Il Tilly’s non era stato informato del cambiamento e così alle 8, con -3°C, eravamo chiusi fuori… Fortunatamente dopo pochi minuti ci hanno aperto. L’aula non era proprio alla temperatura ideale (salvo volerci conservare il pesce) ma ci siamo adattati (tute e berretti di lana). Verso le 8.20 è iniziata la prova teorica, un po’ in ritardo perché Pierpaolo non aveva visto il messaggio circa l’anticipo ed è arrivato con un leggero ritardo. Un’ora dopo tutti avevano consegnato e parecchi sapevano già, più o meno, come era andata la temutissima prova scritta. Tutti sufficienti, alla fine, con qualche incredibile 100/100 da parte di qualcuno che non aveva mai fatto più di 91 e qualche altrettanto incredibile 87 da qualche secchione (più o meno …). Il tempo di organizzare le auto e via, decollo antenne. 15 minuti dopo chiamano: vento da dietro, sostenuto. Ok, c’era da aspettarselo, diciamo che era un atto dovuto… Piccola deviazione (20 km) e sono al decollo sud. Vento perfetto, diranno poi “mai avuto un vento così bello”, meno male… Non mi ricordo bene la sequenza di decollo, so che per evitare discussioni hanno fatto l’estrazione della tombola per decidere l’ordine di partenza. Approfittandone, Marco è riuscito a partire per primo e a fare l’esame biposto, passeggero Alessandro. Non avevano capito bene le manovre richieste e, per andare sul sicuro, le hanno fatte tutte due volte, del resto era un volo in doppio, no? I primi, pur non ricordando l’esatto ordine, sono stati Michele, Sergio e Aldo, lo so perché sono arrivati tutti e tre lunghi, di poco, senza nessunissimo problema, ma lunghi! Per completare il quadro Emiliano ha avuto un illusione ottica vedendo la manica da nord quando il vento era da sud e così è entrato col vento in coda. Nulla di preoccupante, il vento era quasi zero, ma l’esaminatore ha giustamente voluto la ripetizione del volo. Le manovre erano andate bene. Vittorio, che seguiva Emiliano, lo ha seguito anche all’inizio dell’avvicinamento, salvo poi accorgersi dell’errore e cambiare zona di avvicinamento. Gianni ha fatto l’avvicinamento a C, ha fatto il circuito un po’ alto, ha smaltito la quota in eccesso con un mezzo 8 ed è atterrato benone, tanto da meritarsi un ottimo nel giudizio della prova. Questo mi ha un po’ rianimato perché non vi nascondo che i primi atterraggi mi avevano seriamente fatto valutare l’ipotesi di sotterrarmi in loco (per la felicità di qualcuno). In realtà l’agitazione da esami, unita al giustamente sacro terrore del cavo del telefono avevano fatto effetto. Da lì in poi, rotto il ghiaccio, è andato tutto abbastanza liscio, con qualche eccezione. Francesco ha fatto centro. Marco, che doveva fare una prova impeccabile per via di un non altrettanto impeccabile prova scritta, è andato a meraviglia. Stefano ha fatto bene l’avvicinamento a C. Alessandra, a discapito dei pochi voli, ha fatto uno degli atterraggi più belli dell’esame. Le manovre previste erano: orecchie, virata con le orecchie, un 360° a destra e uno a sinistra, inversioni di rollio. Fin qua se la sono cavata tutti bene, eccetto Sergio che ha fatto delle inversioni un po’ troppo soft, seppur sufficienti. Pierpaolo invece ha avuto un momento di black out sulle orecchie e ha effettuato la manovra al 70%, nel senso che le orecchie c’erano ma la vela non era del tutto sgonfia. Atterraggio un po’ lungo anche per lui. Per la Florence nulla da segnalare, se non che era contentissima! Loris, Mariano e Massimo hanno fatto un volo regolare, con tutte le sue cosine al posto giusto (salvo un finale un po’ lungo per Massimo). Andrea, affezionato all’avvicinamento a C, ha eseguito la virata in finale un po’ basso e per un attimo mi ha fatto venire i sudori freddi, in realtà aveva calcolato tutto, ha ripreso la direzione a fine virata, qualche metro in restituzione e zac, a terra. Endrio, dopo tanti cazziatoni, ha fatto il suo migliore avvicinamento di sempre (dopo aver fatto pure il suo miglior quiz di sempre…). Bruno ha beccato il secondo ottimo della giornata, e la cosa è abbastanza esaustiva. Cateno è riuscito nell’impresa di avere anche l’attestato italiano, dopo quello venezuelano che ce lo ha portato qua. L’unico che purtroppo non ce l’ha fatta, come detto, è stato Franco, complice probabilmente la forzata astinenza dal volo (il suo ultimo giro era stato il primo di dicembre). All’inizio 3 settimane di inattività si fanno sentire. Il fatto poi di volare fisicamente senza la radio lo ha un po’ confuso e, alla fine della fiera, ha fatto gli otto di avvicinamento al campo completamente a rovescio. E’ atterrato benissimo, proprio in centro, ma non era possibile fare altrimenti che rimandarlo al prossimo esame. Avevamo anche un ospite di una scuola vicina che per colpa dell’influenza non aveva potuto fare il suo esame. Se l’è cavata benissimo, anche se non conosceva l’atterraggio. Da ultimo ha volato Maurizio per il conseguimento dell’abilitazione biposto. Tutto ok. Dopo la pratica siamo tornati in aula per interrogare chi in teoria era stato un po’ deficitario. La seconda tortura è toccata a Florence, Sergio, Franco (che non sapeva ancora dell’esito infausto della sua prova pratica), Marco e Vittorio (che aveva fatto bene la teoria ma al quale l’esaminatore aveva da chiedere due cose sull’avvicinamento…).

Alla fine, verso le 14, la comunicazione ufficiale dell’esito con l’esposizione dei quadri… seeeeee. Per festeggiare la fine del corso era in programma una cena ma, visto che si era finito presto, abbiamo optato per un pranzo nel vicino agriturismo Ca’ Fossà. Cibo ottimo e abbondante, vino DI PIU’. Ho approfittato dell’ultima occasione in cui erano tutti insieme (a dire la verità Emiliano era già dovuto partire per la montagna…) per decidere sul nome. Alla fine hanno deciso, si chiameranno PARAPIGLIA. Devo dire che il nome è azzeccato, visto tutto quello che hanno combinato.

Dopo pranzo i saluti finali, lo scambio degli indirizzi e un caloroso invito: DIVERTITEVI! e basta…

L’angolo degli allievi
Finalmente qualcuno ha risposto al mio appello e ha deciso di contribuire di suo a questo sito. Ecco quindi che è nato l’angolo degli allievi. Se qualcun altro aderisce potrebbe spuntare anche “l’angolo degli EX allievi”… Buona lettura (i testi vengono pubblicati come arrivano, salvo correzioni ortografiche…)

I contributi: Pierpaolo, Sergio, Pierpaolo 2, Alessandra, Andrea..

Da Pierpaolo, 9 ottobre 2001

Credo che per chi non ha mai fatto il volo libero, molte siano le incognite, le ansie, i timori. Queste sensazioni di insicurezza, a mio avviso, potrebbero essere mitigate se si parlasse di più delle esperienze personali vissute durante il corso, cercando di sviscerare le proprie emozioni e sensazioni provate prima durante e dopo il volo. Questo non avviene troppo spesso, forse perché c’è la paura di manifestare agli altri le proprie debolezze o di rivelare chissà quali segreti. Non ho mai letto nulla di ciò! Quello che mi può dire un istruttore in merito al primo volo, è certamente importante, ma credo che ancor di più potrebbe essere rassicurante per un neofita, sentire la voce di altri allievi che l’ hanno preceduto, più o meno con la stessa sua preparazione, con gli stessi timori e titubanze, ma certamente con una gran voglia di arrivare a volare come te!

UN BATTESIMO DEL VOLO

E’ arrivato del tutto inaspettato! “Se te la senti adesso puoi salire alle casette e farti il volo da solo”……. Cosa??? Adesso!! Così senza preavviso???In effetti avevo chiesto a Fabio di fare ancora un secondo biposto dato che il primo l’ avevo fatto quasi senza rendermene conto. Nel volo a due della precedente settimana infatti, l’ emozione di un decollo dopo una corsa forsennata per la mancanza di vento e la stranissima ma esaltante esperienza del mio primo volo, mi aveva come per magia cancellato tutte quelle informazioni tecniche comunicatemi da Fabio durante la planata. Insomma ero stato travolto piacevolmente da un’ onda di adrenalina che aveva sovrastato qualsiasi tentativo di razionalizzare e mettere a profitto con diligenza le lezioni teoriche avute da Fabio. Certamente ha giocato un ruolo fondamentale anche il fatto di essere cosciente di volare in totale sicurezza, essendo accompagnato dall’ istruttore, così la voglia di lasciarsi andare senza preoccuparsi di nulla, è prevalsa ed alla fine mi sono reso conto solo di aver volato…. senza capire come, dove e quando abbiamo fatto tutte le manovre di avvicinamento ed atterraggio. Anche se gli ultimi gonfiaggi in campetto non erano poi andati male, mi sembrava che l’ idea di volare da solo fosse ancora molto lontana…!, In fondo avevo fatto solo qualche campetto e pensavo “Com’è possibile che solo dopo qualche gonfiaggio ( in parte anche “sgonfiaggio”), Fabio ti mandi a fare il volo alto? Era questo sicuramente il pensiero prevalente almeno all’ inizio del corso, poi un po’ alla volta, ho cominciato a capire che questo era possibile ! Vedevo infatti i miei compagni di “campetto” che uno dopo l’ altro, settimana dopo settimana, iniziavano i loro primi voli, ma il mio continuava a sembrare sempre il più lontano di tutti gli altri. Così quando Fabio mi propone di partire, mi sono trovato impreparato e forse confuso. Talmente forte era comunque la voglia di farlo, che non ci pensai poi molto ad aderire all’ invito unendomi al gruppetto. Andrea, Emiliano, Aldo e Bruno, avevano già fatto uno o più voli, Orlando era al primo come me. Devo dire che quando ci siamo fermati al punto di decollo, pensavo che scherzassero! Si trattava di quello lungo la strada, fortemente in pendenza… !Quello da dove ero partito in biposto con quella corsa senza fine, con il fiato di Fabio sul collo! Insomma non lo vedevo proprio come un buon inizio nel mio decollo da singolo! “Guardate che Fabio a detto che dovevamo partire dalle casette non da questo C…. di decollo! Ma è stato tutto inutile! Cateno era già arrivato e dava disposizioni di scaricare rapidamente le vele con il resto del materiale e raggiungerlo sotto la strada sullo spiazzo del decollo dove già altri si stavano preparando! Porca miseriaccia! E’ fatta! Devo ripartire proprio da questo postaccio infame! Non c’è pietà per i pivelli! Devo dire che l’ emozione cominciava a diventare forte, guardavo prima verso l’ alto la manica a vento sul bordo della strada, quasi non si muoveva! Ogni tanto dava un labile segno di vita poco convincente e rassicurante. Scendevo poi con lo sguardo verso il basso e vedevo Emiliano che si stava preparando distendendo la vela senza alcun segno di emozione. Certo per me era quasi un veterano: tre, quattro voli alcuni quasi senza l’aiuto della radio! Le ultime raccomandazioni di Cateno, poi i due tre passi per il gonfiaggio, una controllata e …. via solo quattro passi per staccare i piedi da terra, Emiliano era in volo! Alternati da alcuni tedeschi “acrobati” sono partiti poi anche Aldo che devo dire, non ci ha lasciato senza trepidazione quando, dopo una partenza un po’ bassa forse dovuta ad un gonfiaggio un po’ sbilanciato, dava l’ impressione di voler andare a conoscere “da vicino” gli alberi di fine decollo! Ma riprendendo immediatamente quota, sfiorando con una virata da manuale la cima delle piante, preferì saggiamente rinunciare a quella conoscenza certamente poco simpatica. Poi fu la volta di Orlando, anche lui al suo primo volo. E’ stata una buona partenza senza alcuna titubanza che mi ha ancora di più rassicurato. Toccava a me! Devo dire che vedere partire gli altri, mi è stato di grande aiuto! Ero stranamente completamente rilassato. Quello stato di tensione che mi aveva assalito all’ arrivo al decollo, se n’ era andato via senza quasi accorgermene! Sapevo di poter fare un buon gonfiaggio, avevo visto la partenza tranquilla degli amici che mi precedevano e poi, sul volo e sull’ atterraggio, ero completamente rassicurato dall’ appoggio tramite radio dato da Fabio. Ero pronto, tre passi per il gonfiaggio, una guardata alla vela, uno sguardo a Cateno e dopo il suo “Ok! Vai!!! ” Una breve corsa di pochi metri e la fantastica sensazione di staccarsi da terra e di volare allontanandosi rapidamente dal decollo. Ero in volo finalmente da solo! Immediatamente, contrariamente al volo precedente fatto in biposto, sentii la percezione chiara di essere solo io il pilota di quella vela! Dopo quei ripetuti gonfiaggi in campetto dove i freni avevano prevalentemente la funzione di stallare la vela a fine corsa, finalmente potevo sentire fisicamente anche l’ altra preziosa e fondamentale funzione dei freni, quella che ti consente di virare! La voce rassicurante di Fabio, rompendo il fruscio del vento che mi arrivava sul viso, mi giungeva gracchiante all’ orecchio. Un paio di virate a 360° a destra e poi a sinistra, poi la serie degli otto sulla testa del campetto di atterraggio. La quota era quella giusta per entrare ed atterrare, e così seguendo le istruzioni mi sono ritrovato quasi ai piedi di Fabio. Ero finalmente battezzato! Grazie Fabio!

Da Sergio, 26 ottobre 2001

Il corso visto dalla nostra parte, ottima idea Fabio. Vediamo se, dopo il resoconto professionale di Pierpaolo e questo mio non precisamente definibile, da quella ventina di sbandati che a stento controlli esce ancora qualcuno con la voglia e il tempo di raccontarla, la nostra parte. Però intanto adesso tocca a me. Andiamo con ordine. Il desiderio di legarmi a quel fazzoletto colorato per vedere il mondo dall’alto, celato da anni e per un verso o per l’altro rimandato sempre alla stagione successiva, quest’estate esce allo scoperto. A luglio la decisione: lo faccio! Prima fase : prendere le ovvie info telefoniche dall’istruttore. E’ appena tornato dalle ferie ed è gentile (come sempre peraltro), mi dà anche molto professionalmente del Lei spiegandomi per benino il tutto. Mi comunica la data presunta di inizio corso e alla mia domanda se posso ritardare a settembre l’iscrizione (ho problemi con il lavoro) avendo la certezza di trovare ancora posto, mi risponde di non preoccuparmi: il numero massimo di iscritti non l’ha mai raggiunto… Il fiuto mi dice di anticipare di una quindicina di giorni l’iscrizione, l’azzecco! Stavolta il limite lo raggiunge, eccome se lo raggiunge… Inizia il corso… Prima la prima teoria o prima il primo campetto? Boh? Fa niente. Le lezioni di teoria, dato l’orario serotino, le vivo in stato di semi-incoscienza, salvo improvvisi risvegli provocati da argomenti tangibili e di particolare interesse, quali le tecniche di pilotaggio e atterraggio. Mi prende molto meno il sapere che all’interno di un nuvolone a forma di incudine, che funziona come un aspirapolvere e che finirà come un secchio che si rovescia, vagano come in un frullatore blocchi di ghiaccio di una ventina di chili o giù di li, o i momenti di assoluto pathos vissuti da Fabio quando spiega con trasporto, partecipazione e sentimento il concetto di imbardata. A parte questi momenti topici tutto il resto delle lezioni si svolge in maniera lineare e comprensibile, grazie Fabio! Le lezioni pratiche le trovo più interessanti da subito, alla prima il Dotto ci spiega il diritto e il rovescio del para, il sopra e il sotto cioè, o come diavolo si chiamano, il suo preciso modo di stenderlo, l’uso corretto dell’imbrago – dubito peraltro esista anche un uso scorretto dello stesso – e la funzione vitale dei cordini o spaghi nonché la straordinaria capacità di questi di ingarbugliarsi al primo sguardo e il loro radunarsi preciso alle bretelle… E lì viene il bello, una volta presi in mano bisogna sbrogliarli i bastardi, ma appena capito che in massima parte si tratta solo di sovrapposizioni ben organizzate e non di nodi la questione si risolve rapidamente… Ma una volta chiuso l’imbrago e sistemati i cordini come per magia appare un secondo inghippo: l’aggancio delle bretelle allo stesso e l’impugnatura di queste, operazione che, se vista fare dal Maestro sembra una cosa semplicissima, ripeterla diventa un esercizio. Superato non senza incertezze anche questo scoglio non resta che iniziare il “traino”, guidati dagli ululati del Guru… Divertente, divertente a patto che tutto fili liscio: fase uno, sulla sommità del pendio tirare con forza verso valle e con vento frontale (a Dio piacendo) a braccia all’indietro con bretelle e freni in mano fino a quando la vela così accompagnata non è sulla testa…pardon, sopra; fase due, lasciare le bretelle, fermarsi, alzare lo sguardo con nonchalance verso la suddetta e controllare che tutto, spaghi e straccio, sia a posto; una volta accertato questo fase tre, piegarsi in avanti e ripartire a mo’ di bufalo verso il fondovalle cercando di stare sotto all’attrezzo che nel frattempo si dimostra refrattario a ogni comando lecito e schivando nell’ordine : il Docente, la solita pietra sporgente, la tana di una talpa delle dimensioni di un bunker e il collega che partito prima sta risalendo la china sbuffando come una locomotiva giusto in traiettoria (o sono io che sono nella sua? ). Bene o male così, saltellando o inciampando, svolazzando come un tacchino o correndo felici fino in fondo, si arriva alla fine della giostra… e la vela cade… da qualche parte cade, a destra, a sinistra, davanti o dietro, l’importante per lei è incasinarsi per bene, aiutata in questo anche dal fascio (funicolare). A questo punto si deve raccogliere il tutto, risalire senza inciampare nell’ala o nei cordini e iniziare da capo la procedura. Comunque sia, lezione dopo lezione, gonfiaggio su gonfiaggio, battibecco simpatico dopo battibecco simpatico con Fabio (lui parla, io non taccio, lui replica, io rispondo, lui….), si arriva a quello che viene considerato uno stato sconfusionale sufficiente a prendere il volo, quello vero, alto e per conto proprio; situazione nella quale tutto ciò che si è imparato frequentando il mitico “campetto” e ascoltando le istruzioni dateci nelle lezioni di teoria deve essere messo in pratica. Chi, come me, per circostanze meteorologiche avverse e per cronica incapacità nell’apprendimento rapido ai “campetti”, non è stato tra i primi a prendere il volo, ha potuto però dilettarsi in un esercizio di estrema utilità al termine del campetto: la salita al decollo designato per l’osservazione ravvicinata dei colleghi di corso già svolazzanti. In questa situazione sui volti si riescono ad apprezzare tutte le tonalità dell’incarnato fino a quel momento mai notate, dal rosso avvinazzato al pallore stile Madama Butterfly; si colgono sguardi che mettono a fuoco all’infinito; si sentono emergere dubbi sui cordini mai espressi fino ad allora; si riescono a percepire battute Fantozziane. Come per esempio Alberto (nome di fantasia di persona reale) al suo primo decollo che, dopo essere rimasto imbalsamato per circa mezz’ora, imbrago e casco indossati, in piedi, vela distesa dietro di sé, bretelle in mano nella posizione “prrrrontivia!” a causa del vento che non calava ne variava direzione e dell’assistente al decollo Mr.Cateno che (giustamente) non si fidava a farlo partire; alla domanda :” vuoi una sigaretta ?” non trova di meglio che rispondermi “grazie no, non fumavo nemmeno da vivo…” e dopo avergli sentito una mano gelata mi dice “mi sto abituando alla temperatura che avrò”… pittoresco… Comunque sia, nonostante i miei disperati tentativi di prolungare ad oltranza i campetti, una grama domenica Fabio mi giudica a punto con la cottura, destinato perciò a infoltire la schiera dei pallidi allievi volanti. L’appuntamento lo fisso per il giovedì invece che per il week end, perché valuto di potermi trovare in zona per motivi di lavoro, eventualmente replica o recupero la domenica se fa maltempo giovedì. Il mercoledì le previsioni danno sereno, dunque si vola… la perturbazione arriva però con una telefonata di Loris che mi comunica che mastro Cateno non sarà al decollo, momento di impaccio e rapido “chissenefrega” (Cateno perdonami, ti stimo comunque) liberatorio, mi arrangerò, prima o poi doveva succedere, meglio perciò da subito. Raduno alle 16.30 in atterraggio, compagni di primo volo Francesco e Loris, vedremo chi partirà per primo. Arrivo con un certo anticipo, faccio a tempo di vedere una scuola di tedeschi che stanno scendendo e osservare che il cielo a est non promette granché buono. Arriva Francesco e alla spicciolata tutti gli altri escluso Loris, bloccato dal lavoro. Il cielo si copre sempre più, Fabio decide di provare alle casette, saliamo ma giunti su facciamo dietro front e ripieghiamo sul decollo basso, quello lungo la strada. Rapido riepilogo mentale: mio primo volo da solo, Cateno assente, rischio di pioggia, il decollo peggiore come fondo, non c’è nemmeno un gran panorama data la foschia. Mi sento felice come un tacchino la mattina della vigilia di natale… Si va, partono prima quelli che non hanno mai volato, poi chi ha meno voli. Inizia Francesco, rapida preparazione, corsa decisa – il vento è poco – e decollo buono. Tocca a me ora, mi sento calmo, come sempre nei momenti topici: il terrore a me viene fino a un paio d’ore prima, poi sparisce. Gli altri mi aiutano nella preparazione, un ultimo controllo, un’occhiata alla manica e via, corsa e decollo. Buono mi sembra. Qualche scossone dato che tengo frenato troppo a lungo e poi mollo di colpo. Adesso sento solo il rumore dell’aria e, con l’allontanarsi del suolo, immediata, la solita sensazione di essere fermi, i riferimenti mancano. Solo la vista di un tornante laggiù, che scivola via piano dietro di me, mi dice che sto avanzando. Sulla pianura ho la sensazione di essere alto, mi viene confermato da Fabio non appena riesco a sentirlo distintamente. Sono salito un po’, complice, mi dirà dopo, una leggera ascendenza e una vela leggermente sovradimensionata. Mi dice di eseguire un 180, poi un 360 a dx poi uno a sx, ho difficoltà a spostarmi nell’imbrago per virare ma mi riescono comunque. Nelle pause osservo, mi osservo, mollo i comandi, li riprendo, provo a tirarli un po’, mi gratto, mi metto più comodo che posso, muovo le gambe, cerco di ambientarmi… così, distratto, perdo di vista l’atterraggio… Poco male, probabilmente è proprio sotto di me. Faccio a tempo a iniziare la discesa guidato da Fabio con un paio di otto sulla testa del campo, con l’intenzione di atterrare verso sud, ma il vento inizia a rinforzare un po’ da est, sorvolo perciò la vigna a ovest, virata e ingresso controvento. Lascio i freni e esco dall’imbrago. Invece di guardare in avanti per capire la quota, resto affascinato dai miei scarponi, il terreno arriva troppo rapido, stallo comunque (grosso modo…) ma non sono pronto un gran che con le gambe, pazienza, mi fermo lo stesso… La vela invece continua e picchia di muso, evidentemente non l’ho frenata a sufficienza, mi spiace, per il resto sono contento. Un “grazie “a Fabio e via a raccogliere tutto di corsa dato che per terra è molto umido e il capo ha già iniziato a sgridarmi… Andata anche questa, alla prossima.

Da Pierpaolo, 21 novembre 2001

UN VOLO ED ATTERRAGGIO INSOLITO

Un bel gonfiaggio alla “Francese”, un giro di danza a 360° (ehm… sei proprio sicuro? N.d.F), una breve falcata da cormorano e poi… via in volo verso l’ alto….Non è stata certo questa la descrizione del mio decollo di domenica 12 (sabato 17 N.d.F), ma quella di chi mi ha preceduto : un tedesco “rimorchiato” nel “Tir” di Bruno, certamente con una notevole esperienza di volo. E’ sicuramente un buon segno se solo dopo pochi voli, riusciamo già a distinguere e valutare un buon decollo o atterraggio. Sono certo che anche l’ attenta osservazione dei movimenti di un bravo pilota nelle diverse fasi sia estremamente utile all’ apprendimento del volo libero. Pochi ma essenziali e precisi movimenti, hanno portato così l’ amico tedesco in volo, lasciandomi li sotto, imbambolato con i comandi in mano, totalmente assorbito dalla vista di quella vela che si alzava davanti a me gonfia e stabile, andando a cercarsi quelle condizioni termiche e dinamiche di cui fino ad ora, ho sempre sentito parlare senza aver mai avuto ancora il piacere (o il dispiacere), di conoscerle dal vivo. Una stretta virata a 90° sulla sinistra costeggiando il versante est, poi con una leggera trazione del comando ed un elegante spostamento del corpo, una nuova ampia virata a 180° ed una leggera ascensione in dinamica, testimone di una manovra calibrata e non casuale. Solo dopo diversi minuti, quando rinchiusi la bocca ancora aperta, mi sono reso conto che la mia concentrazione era andata per tutto il tempo al decollo di un altro anziché al mio! Così ripresi rapidamente “terra”, guardai la manica a vento che indicava una brezza piuttosto sostenuta proveniente tendenzialmente da est, prova radio con Cateno, ripasso rapido mentale delle manovre di decollo, gonfiaggio e partenza dopo pochi passi grazie al vento favorevole. L’ orientamento del vento rispetto alla partenza era facilmente rilevabile dalla forza dell’ aria che mi arrivava sul viso, quasi frontale, come se guidassi la mia moto! Anche la vela, nonostante la innata predisposizione, sembrava che sentisse più del solito la forza del vento e tendeva a dondolare sull’asse di beccheggio: una situazione certo insolita per me, da aggiungere alle altre precedenti esperienze di planata. Dopo pochi attimi ero sopra alla lunga Valle di Santa Felicita ed anziché puntare subito in direzione est verso la pianura, virai leggermente a sinistra puntando verso il versante contrapposto. L’effetto è stato di incrementare la sensazione di turbolenza sulla vela, dato che mi trovavo davanti a un fronte più freddo proveniente dalla valle (in realtà la turbolenza era dovuta al sottovento creato dal vento sul costone verso cui si è diretto N.d.F)e così istintivamente, mi ritrovai a virare a destra e puntare verso la pianura; nel tempo stesso della manovra sentii la voce tranquilla di Cateno che gentilmente mi invitava a mantenere la direzione intrapresa in direzione del campo di atterraggio. Quello che non sentii erano invece le imprecazioni sicuramente colorite di Fabio, che cercava in tutti i modi di comunicarmi che la direzione tassativa da prendere era il campo di atterraggio, ma il collegamento radio era in quel momento negato. Il vento era infatti un po’ sostenuto e contrario e non era certo il caso di andare a zonzo per versanti specialmente se lontano dall’ atterraggio. Di ciò me ne resi conto ben presto quando iniziai a capire che stavo scendendo piuttosto rapidamente mentre l’atterraggio si presentava ancora lontano. Presi quindi un assetto di volo con freni completamente alti e gambe puntate in avanti cercando di tagliare l’ aria al massimo e calare meno possibile fino a che non sentii la voce di Fabio: ” Bene… cercati un punto di atterraggio vicino perché al campo ormai non ci arrivi. Evita possibilmente i pali della luce e la strada…. puoi trovare un campo di pannocchie tagliato o un prato vicino… scegli a tuo piacimento.” Girai lo sguardo sotto e puntai sulla mia destra un campetto confinante con una strada secondaria e con un campo tagliato; potevo scorgere comunque poco lontano anche il campo di atterraggio con Fabio al centro e la manica a vento che mi indicava la direzione Sud-Sud Est anche se questa era inequivocabile. Considerando la quota bassa, iniziai quindi un rapido avvicinamento ad otto, entrando dentro un po’ alto in considerazione del vento in quel momento più sostenuto. Poi, accorgendomi che forse avevo leggermente esagerato nella quota di entrata, per non arrivare lungo, modificai leggermente la traiettoria lineare con una virata ad “S” per perdere più quota, atterrando quindi senza grossi problemi. Il campetto non era lontano, piegata la vela raggiungevo gli amici all’ atterraggio, nonostante tutto soddisfatto per le nuove preziose esperienze acquisite.

Credo che da ogni relazione si possa, con un po’ di attenzione, trarre sempre qualche insegnamento o qualche motivo di riflessione utile per se o per gli altri. Personalmente questa esperienza mi ha insegnato alcune cose che, anche se forse banali, vorrei riportare di seguito come oggetto di discussione magari in uno dei prossimi incontri:

1) Guardare con attenzione quelli che ti precedono: se sono bravi puoi imparare buone cose, se sbagliano puoi ugualmente imparare quello che non devi fare.

Sono assolutamente d’accordo, chi non impara dagli altri ci mette sempre molto di più, e sopratutto rischia di più N.d.F.

2) Il comportamento della vela dipende in gran parte dalla tecnica di pilotaggio e dalle condizioni ambientali. La conoscenza delle reazioni della vela nelle diverse situazioni è estremamente utile per imparare a pilotare come si deve.

Questo significa che, per evitare guai, prima di andarsi a cacciare in situazioni meteo nuove bisogna conoscere per filo e per segno le reazioni della propria vela nelle condizioni già note, e per questo serve tanta pratica N.d.F.

3) Una cosa che ho trovato non facile è la valutazione corretta della velocità del vento in rapporto al suolo. In questo volo ho capito che fino a che non si acquisisce questa sensibilità, è fondamentale raggiungere prima possibile almeno la zona alta di atterraggio per non correre il rischio di quello che mi è accaduto.

4) La presenza di un po’ di vento più sostenuto del solito, ti può far capire meglio il comportamento della vela con vento frontale o posteriore ed agire di conseguenza sui comandi.

Bisogna imparare qualcosa da ogni esperienza, senza però andarsi a cercare dei rischi. Il vento sostenuto è una situazione nuova e relativamente semplice da gestire, ma non bisogna sottovalutarne le conseguenze N.d.F.

5) Cercare la termica tendenzialmente sui versanti esposti al sole, evitando quelli esposti a nord (o meglio all’ombra N.d.F.). Nel mio decollo, l’ errore di prendere la direzione Nord-Est è stato duplice: A) C’era in quel momento un fronte freddo (in realtà si trattava semplicemente di vento N.d.F.) proveniente da nord-est e quindi la direzione presa, oltre a rallentare sensibilmente l’ uscita, determinava una sensibile perdita di quota dovuta all’ effetto discendente dell’ aria più fredda (in quella situazione non c’era una discendenza molto marcata, ma già la diminuzione di velocità di avanzamento, a parità di tasso di caduta, riduce notevolmente la distanza percorribile N.d.F.) . 2) Non c’ era alcun motivo di dirigere il volo verso il versante nord- nord est in ombra, in quanto la possibilità di trovare una termica era pressoché nulla (Parole Sante! N.d.F.). Altre cose spero di apprenderle anche da voi.

E’ arrivato questo secondo contributo da Pierpaolo che pubblico volentieri. Non ho voluto correggerlo (eccetto qualche virgola) per riportare fedelmente la sua visione di questo volo “insolito”. Le note in corsivo sono state però aggiunte per evitare che chi legge, nel caso non sia già un po’ “pratico”, venga indotto in confusione, spero che l’autore non me ne voglia…

Da Alessandra, 29 novembre 2001

Dedicato a Giovanni

E finalmente ho fatto il mio primo volo!

Dopo una lotta serrata alle condizioni climatiche durante il campetto e in occasione di quello che quindici giorni prima doveva essere il mio primo volo, sabato scorso si è realizzato l’atteso evento.

Molto tranquilla e psicologicamente pronta, il decollo era previsto dalle “casette”, dove, arrivata con attrezzatura e grande incoraggiamento dei miei compagni di corso, mi sono ben presto resa conto che le condizioni non erano quelle ideali, dato il vento abbastanza forte e soprattutto capriccioso (troppo per un primo volo). Comincio subito a dubitare della riuscita, abituata in questo ultimo anno alle bizze del destino; con pazienza e rassegnazione indiana sto ad aspettare.

C’è tanta gente, troppa per i miei gusti. Molti sono piloti esperti, che con scioltezza e naturalezza governano il mezzo e giocano con il vento. A guardarli, noi allievi ci chiediamo (chi più chi meno, qui entra in gioco l’autostima) se mai un giorno sapremo arrivare a tanta scioltezza e padronanza. Qualche piccola e “sottile” soddisfazione la proviamo però nel constatare che anche i più bravi faticano a partire, o atterrano in top (maestro corregga l’espressione se errata) troppo corti o troppo lunghi. La saggia osservazione di Michele “…ma anche loro sono stati allievi” mi conforta e mi fa ben sperare.

Qualcuno del nostro gruppo osa partire, i “veterani” come Loris, Emiliano e Pierpaolo, che per l’occasione veste con molto stile ed eleganza una telecamera per riprendere il volo (peccato fosse spenta!). Anche Franco parte e per un attimo temiamo il peggio, vedendolo decollare molto basso e in difficoltà nel mantenere la direzione. Comincio a perdere le speranze, ma Bruno, che per l’occasione diventa il mio “personal fly consultant”, si consulta con qualche pilota esperto (li conosce tutti!), che mi sconsiglia vivamente di partire. Su suggerimento di Fabio e di Paolo (ex istruttore di volo), andiamo a vedere come sono le condizioni al decollo “rapido”. Perfette! Recuperiamo le attrezzature alle “casette” e imbragata salgo velocemente in macchina con Pierpaolo. Bruno mi segue, insieme a Paolo, che mi assiste alla partenza.

Mi sento pronta e la voce rassicurante di Paolo mi dà l’OK. Dopo due tre passi stacco i piedi da terra e sono in aria. Bellissima sensazione, di libertà, di leggerezza, quasi di ebbrezza (non avevo bevuto per farmi coraggio, giuro!) e un po’ mi emoziono (a noi donne succede spesso).

Dopo un po’ arriva la voce di Fabio (per fortuna!) che comincia a direzionarmi e ad avvicinarmi all’atterraggio. Ci arrivo bene, a parte i piedi puntati e la “spalmata” sul terreno. Ma chi se ne frega!

Non che mi sia resa conto un granché delle manovre, degli otto, della direzione del vento, ecc., ecc..

Ma sono riuscita a fare il primo volo e questo per me era la cosa più bella.

Il giorno dopo ci avrei riprovato e avrei preso maggiore consapevolezza.

Grazie al mio maestro Fabio!

Grazie a mio marito Stefano (che involontariamente mi ha coinvolto in questa “follia”), a mia figlia Matilde (che rinuncia alla mamma anche il sabato o la domenica) e ai miei compagni di corso, che si dimostrano sempre molto cavalieri e premurosi nei miei confronti.

…e l’avventura continua. Cronaca del giorno dopo

Alle 8.30 di domenica ci ritroviamo all’atterraggio con Fabio. Si decolla dalle Antenne e Bruno (credo meriti il premio della disponibilità) si offre di accompagnarci, per consentire a chi ha pochi voli di farne almeno due. Ci sono Aldo, Andrea, Orlando, Pierpaolo, Sergio, Gianni, Florence e…(perdonatemi ma non mi ricordo).

Sono tra i primi e tranquilla affronto la preparazione. Condizioni ideali e Paolo (grazie anche a lui per la disponibilità; non è da tutti farsi buttare giù dal letto la domenica mattina alle 8.30, con un freddo “cane”, per seguire un gruppo di anatroccoli che vorrebbero diventare delle aquile) mi assiste. Colpo di scena: due decolli mancati (le riprese fotografiche di Gianni mi imbarazzano. Ma chi ci crede!) di cui uno con arrotolamento ad involtino e botta al ginocchio. Comincio a pensare che qualcuno mi voglia dare dei “segnali” (e forse facevo meglio a prenderli in considerazione, visti gli sviluppi successivi). Al terzo tentativo, stacco i piedi da terra e volo. Nuovo scenario, nuovo percorso, attenta a stare lontana dall’infausta cava ed a non avvicinarmi troppo alla collina, Sento subito la voce di Fabio, che mi insegna nuove manovre: wing over e guida con le bretelle posteriori. Me lo godo di più questo volo e comincio a capire qualcosina di più sull’interazione uomo-strumento. Piano piano arrivo all’atterraggio …seduta. Fabio mi corregge la tendenza ad usare i comandi in modo “scattoso” e mi dice di essere più veloce nel rilascio.

Si riparte subito con Bruno e arrivata al decollo, in volo di nuovo.

E qui viene il bello. I “segnali” di prima si intensificano. La radio, pur essendo accesa, non mi fa sentire la voce di Fabio. Per un po’ non ci faccio caso, perché penso che appositamente mi voglia lasciare da sola. E qui, anche nello scrivere è come se ci fosse un blackout dei pensieri. Non so dove andare, mi sembra di non ricordare nulla dei voli precedenti (troppo presa a “testare” i comandi che a guardare con attenzione i punti di riferimento). Comincio a guardarmi attorno per cercare un eventuale spazio alternativo al campo di atterraggio (nel caso non riuscissi a centrare quello giusto). Finalmente per qualche secondo il suono di una voce amica: Fabio!!! Mi chiede di muovere le gambe se lo sento. Le muovo, ma poi di nuovo silenzio. Vado verso il campanile (magari riesco a sentire l’ultima messa!), fino a quando sento qualche sillaba (un po’ concitata) di Fabio e cerco di intuire quello che mi dice, dimenticandomi completamente di cercarlo con lo sguardo e di leggere le istruzioni delle sue braccia. Il foglio con le istruzioni per l’atterraggio l’avevo letto e riletto, ma …tabula rasa (come a scuola, vi è mai capitato durante un’interrogazione?).

Alla fine ci arrivo, sana e salva, addirittura in piedi. Fabio mi chiede che cosa fosse successo e commenta “…prima o poi doveva capitare!” con un sorriso che non so se fosse di commiserazione o di isteria.

L’instancabile Bruno mi propone di ripartire, ma per me la giornata è chiusa.

Condivido l’esperienza con alcuni compagni di corso (parlare aiuta a sciogliere la tensione) e per un po’ penso che forse questo è uno sport che non fa per me.

Mentre scrivo sto andando a Milano in treno. In prossimità di Brescia vedo delle bellissime montagne e il pensiero spontaneo che mi sorge è: chissà come sarebbe il decollo da là.

Mi è già tornata la voglia di volare. Spero che le prossime esperienze me la confermino.

Da Andrea, 19 dicembre 2001

Dedicato ad Alvise, Paola, Fabio ed a tutti i miei Colleghi,

E’ sempre difficile condividere delle emozioni, il primo volo alto, il primo atterraggio, le prime delusioni. Questi quattro mesi trascorsi con Voi mi hanno insegnato molto, non bisogna mai smettere di lottare e credere, perché qualche volta la vita ti regala un sogno. Questo era il mio, ed ognuno di VOI, anche solo per un attimo ne ha fatto parte. Grazie!!!

Nota: all’inizio ero un po’ titubante se pubblicare o meno i resoconti degli allievi perché, visti i toni, mi pareva di rientrare nella schiera dei “mi lodo, mi imbrodo”… poi ho capito… è la sindrome di Stoccolma!

EXTRA
Il corso è ormai terminato ma, approfittando della pausa prima che inizi il prossimo, con i ragazzi abbiamo pensato di fare qualche uscita assieme in modo che il distacco sia più graduale. Il primo appuntamento era per il 5 gennaio, ma qualcuno di quelli più avanti non ha resistito (giustamente) e già nei giorni precedenti si sono registrati i primi voli in termica.

Sabato era in programma una planata dal panettone ma un deciso vento da ovest ci ha costretto ad un più prosaico decollo dalle casette. Nonostante questo siamo saliti lo stesso fino in cima, per vedere il posto e lo stupendo panorama regalatoci dalla giornata limpida. Il volo non ha prodotto eventi particolari, essendo le termiche del tutto assenti e i piloti ormai esperti… di queste condizioni! Gli atterraggi invece… solo qualche lungo da riportare, in particolare Stefano che ha consumato quasi due campi per atterrare. Andrea invece di campo ne ha consumato uno solo, ma in senso letterale visto che è atterrato col sedere e ha scavato un nuovo fossato… Per la cronaca hanno volato: Aldo, Andrea, Bruno, Emiliano, Endrio, Giovanni, Loris (che per la prima volta è riuscito a fare due voli in un giorno solo), Marco, Mariano (che aveva bisogno di relax dopo una settimana in banca a correr dietro ai centesimi), Massimo, Michele, Pierpaolo, Sergio, Stefano, Vittorio e Alessandra, la pulcina del gruppo! Più tardi è salito anche Franco per vedere di fare un giro ma ha ancora la caviglia un po’ dolorante. Dopo il volo, causa un drastico calo della temperatura, ci siamo rifugiati al Tilly’s… dove è arrivata la Befana! Alessandra infatti, su incarico dei compagni, ha distribuito i regali: a Cateno per l’assistenza in decollo, a Bruno per l’assistenza “on the road” e a me… non so perché!

Prossimi appuntamenti domenica 13 a Borso per qualche giro in termica e domenica 20 per la prima trasferta in alta montagna che, meteo permettendo, ci porterà a Folgaria o Canazei.

Domenica 13 non è stata molto proficua dal punto di vista termica, ma ancora meno da tutti gli altri punti per Francesco che è diventato telecom 3! Ha infatti pensato bene di stendere la vela sul filo del telefono, e il bello è che non era neppure bagnata. Peccato che l’abbia fatto in corsa, rimediando non pochi danni. I maligni dicono che, accortosi che sotto di lui un signore lo stava riprendendo con la telecamera, abbia cercato un modo veloce per diventare famoso! Quanto prima il filmato su questo schermo…

Molto più interessante la trasferta del 20 gennaio. Inizialmente si era pensato di fare un giro in montagna ma poi ho pensato che forse era presto… Così siamo andati a volare ad Aviano e vi garantisco che i locali se ne ricorderanno per un pezzo!

Primo ritrovo a Borso alle 8.30. Ci sono Aldo e Bruno. “Andrea non viene?”, “sì, certo” dice Aldo. Aspettiamo, nel frattempo arriva Cristina, che ormai è a tutti gli effetti un membro del gruppo. Probabilmente ha saputo che dobbiamo aspettare qualcuno perché, per non farci annoiare, arriva con una ruota a terra. Bruno all’avvitatore, io al trasporto pneumatici e Aldo come supervisore e in meno di 10 minuti il cambio gomme è effettuato. Andrea ancora non si vede. Provo a chiamarlo. Il cellulare suona a vuoto per una ventina di secondi poi una voce giunge da lontano” Pronnnnnnto?” un decimo di secondo dopo “oddio mi sono preso a letto, mi aspettate? arrivo tra 5 minuti!” CLIC. In atterraggio fa freschino, percui andiamo al tilly’s per la seconda colazione. Alle 9.05 finalmente arriva e partiamo.

Arriviamo in atterraggio verso le 10.40, gli altri sono lì almeno dalle 10 ma hanno provveduto a passare proficuamente il tempo prendendo informazioni da un paio di “indigeni”. Ci sono: Stefano, Loris, Pierpaolo, Loris, Massimo e Michele. Si sale, strada bella larga e veloce. Solo Andrea ha voluto la radio, per un check in atterraggio. Il decollo è sopra l’inversione e la foschia è tale che non si vede neanche le base USAF, a pochi chilometri. Ultime raccomandazioni e iniziano i decolli. Se la cavano proprio bene. Per non deludere il pubblico presente, stavolta mi incarico io di ciccare un decollo. Michele, proprio dietro di me e perennemente armato di macchina fotografica, non perdona: click! In volo, dopo un po’ ci troviamo vicini io, Michele e Aldo. C’è qualche termicuccia ma nulla di che, così scendo più in fretta per non disturbarli. Il campo è enorme ma è anche nuovo. loro due invece fanno tutto l’avvicinamento quasi alla stessa quota. Michele entra bene, Aldo invece, poco più alto, viene colto da un raptus di follia e anziché virare a destra per atterrare, fa un 360° e qualcosa a sinistra, infilandosi nel bosco. La vela sembra stallare correttamente, vista dall’atterraggio, ma ci sono solo piante! Io devo guardare Andrea, che come d’accordo è già per aria, così vanno a vedere gli altri. Da lontano vedo che si occupano della vela, quindi il nostro è ok. Bene. Andrea atterra e vado a veder anch’io. Ebbene, Aldo deve avere una vista portentosa perché in un bosco piuttosto boscoso ha trovato una radura in cui la vela ci sta solo di sbiego, e infatti uno stabilo (ma solo quello) è rimasto appeso a una pianta. Per il resto tutto ok, neanche uno strappetto al tessuto. E’ pure atterrato in contropendenza… mah! Quando arrivo hanno praticamente finito di raccogliere l’ala, non prima che il reporter ufficiale acquisisse opportuna documentazione fotografica. Torniamo in atterraggio che Loris sta arrivando. Sta provando una vela nuova, sembra tutto ok. Un paio di 8 e l’entrata. Sembra ok. Un piccola presa di velocità e lo stallo, sembra ok ma… che fa? corre? perché? e soprattutto PERCHE’ VERSO LA MANICA A VENTO? Risultato, vela accartocciata (di nuovo senza danni) attorno all’unico ostacolo in un campo di atterraggio di almeno 2 ettari! Non c’è che dire, la giornata è cominciata bene.

Recuperiamo le auto a andiamo a mangiare un boccone. Il ristorante buono è strapieno, così ripieghiamo sulla seconda scelta. A fine pranzo le sorprese che aveo promesso ai ragazzi: 1. la dichiarazione della scuola che hanno superato l’esame, non ha molto valore ma va bene in attesa dell’attestato dell’AeCI; 2. il gadget (che deve restare segreto almeno per un’altra settimana, visto che non c’erano tutti); 3. L’ADESIVO CON IL LOGO DEL CORSO!!!!

Verso le 15 siamo di nuovo in strada per il decollo, peccato che c’è una corriera che procede come una lumaca. Una volta in cima ci accorgiamo che il vento sta calando, bisogna spicciarsi. Bruno e Aldo, che erano davanti al bus, sono già pronti. Bruno parte con una foga degna di miglior causa e infatti la vela si apre male e lui si ferma un po’ più sotto dopo un paio di capitomboli. Aldo aspetta un momento più favorevole e parte senza problemi. Gli altri seguono velocemente, incluso Bruno, che con un gonfiaggio più delicato se ne va via tranquillo. Sono rimasti Loris, Massimo (già pronti) e Andrea, che ha prudentemente deciso di attendere, quando il vento gira deciso da nord. Aspettiamo, non è ancora detta l’ultima. Ad un tratto sembra buono. Massimo prova, ma ha aperto la vela un un modo orribile e, in queste condizioni tutto deve essere a posto. Ed è così che il suo il tentativo si esaurisce in un inglorioso tuffo carpiato con doppio avvitamento nei cordini. Loris, dopo aver osservato la scena e vedendo che il vento tiene, ci prova anche lui. Si è però preparato proprio davanti a un cumulo di sassi che, nella corsa, deve per forza schivare. Questo movimento, unito al fatto che aveva impugnato un comando a rovescio gli fa abortire il tentativo, proprio dove si trova Massimo. Non vi dico il groviglio! Andrea è sempre più contento della sua scelta, anche se non lo dà a vedere. Il vento però adesso è decisamente buono, leggermente di lato ma frontale. Li aiuto a prepararsi velocemente e stavolta entrambi partono bene. Mi volto e Andrea sta già aprendo. E’ ultimo, in decollo ci siamo solo io, lui e alcuni spettatori. Partenza magnifica! Io scendo in auto. Una volta giù apro la portiera e chiedo: “tutti in campo stavolta?” Sembra di sì, ma anche il secondo volo ha avuto qualche “effetto collaterale”. Bruno, a seguito della botta ha una gamba gonfia, non gli fa male ma è bella grossa. Michele è atterrato in fondo al campo, ma proprio in fondo, dove c’è lo stop della strada. Forse se aveva la precedenza sarebbe andato oltre. Massimo ha perso un’ala… di quelle sul casco! La perla della giornata (ex equo con Aldo) è però di Pierpaolo che ha volato col moschettone sinistro aperto e la bretella metà dentro e metà fuori! Dopo che se n’è accorto ha arpionato bretella e moschettone con la mano e ha fatto solo virate a destra, delicate per carità!

Si sta ormai facendo buio quando, a coronamento di una giornata comunque memorabile, Aldo estrae il coniglio dal cappello o meglio, la crostata dal furgone. Invece di farla classica, a losanghe, ha disegnato un parapendio! Che carino, GNAM! Due fette a testa e poi via, a casa! Per ora è tutto, ma attenti, siamo in attesa di ricevere le foto da pubblicare…

E’ passato un pezzo dall’ultimo aggiornamento, ma se nessuno scrive… questo week end comunque si è rivelato piuttosto denso per i parapiglia…

Il campionato di infrascamento

Dalla prima lettera di Fabio ai Parapiglia…

Carissimi,

Già sabato si erano visti i primi tentativi, con Sergio che, sorpreso dalla crescita improvvisa dei pali del telefono, doveva atterrare a nord di questo. Passava così attraverso la chioma di una bella pianta di una decina di metri vicino all’atterraggio ma mancava clamorosamente le presa, atterrando quindi nel prato retrostante senza riuscire a lasciare appeso neanche uno stabilizzatore.

Era così il turno di Mariano, che però si limitava a poco più di un cespuglio al decollo delle antenne. Settimana scorsa aveva fatto molto meglio, quindi non è riuscito a migliorare il suo personale.

Successivamente Sergio ci riprovava, mirando stavolta gli alberi a sud del campo a sud del campo di atterraggio. Era praticamente certo di un ottimo risultato, considerato anche che, se fosse giunto un po’ alto sull’obiettivo n.1, aveva appena dietro, imperdibile, l’obiettivo n. 2, ossia il cavo della corrente… Malgrado tutti i calcoli il nostro però, dopo aver sorvolato a quota di sicurezza l’atterraggio ufficiale e aver percorso quasi tutto il secondo prato ha dovuto atterrare a meno di 10 m dalla meta. E’ proprio sfortunato…

Il resto del week end scorreva senza nuovi exploit ma, quando ormai tutti se n’erano tornati a casa, delusi per non aver assistito al nuovo record dei parapiglia (Pierpaolo e Massimo, accompagnati da Cristina, non avevano avuto miglior fortuna a Feltre, dove addirittura Max era riuscito a fare 45 minuti di volo, che è tutto dire…), quando tutti se n’erano andati, verso le 20.30 dicevo, arrivava la notizia: “il nuovo record c’è!”.

Il bravo pilota aveva atteso di essere da solo al decollo sud, in modo che il vociare dei presenti non lo disturbasse nel suo tentativo e soprattutto perché nessuno lo vedesse, nella malaugurata ipotesi che riuscisse lo stesso a decollare!

La preparazione è stata meticolosa: per evitare imprevisti, tipo un’eccessiva portanza malgrado il vento nullo, si era fatto prestare una vela basica dalla scuola con cui sostituire provvisoriamente il suo 1-2, troppo performante per l’idea che aveva in mente.

Come detto era da solo, ma visti i risultati sono certo che la scena si è svolta in questa maniera… Ala stesa bene in alto, vento nullo. Si parte. gonfiaggio corretto, l’ala avrebbe bisogno di un paio di km in più per decollare, il nostro lo sa bene e si tiene lento.

Giunto alla fine dei tappeti suo malgrado l’ala lo porta in volo ma qui si vede l’abilità del pilota che, conscio che il pendio scendeva molto più ripido dell’angolo di planata dell’ala, esercitava una forte trazione sui comandi in modo da peggiorarne sensibilmente l’efficienza e riuscire a rimanere a pochi cm da terra per tutta la zona “dei cespugli” e arrivare così al muro di piante in fondo, ma proprio in fondo, al decollo. Qui, con ottima mira (ma forse aveva fatto precedentemente un sopralluogo) riusciva ad attaccare la vela non su uno, non su due, ma su ben tre alberi di circa 8 m ciascuno.

Il nuovo record è perciò 8×3=24 m!

Ovviamente, come tutti i campioni, aveva anche la sua squadra di recupero, io ed Emilio del nuovo corso, che prontamente avvertita, mentre lui recuperava tatticamente una macchina e tornava a casa per celebrare il meritato trionfo, si metteva subito all’opera e alle 21, 59, con gli ultimi raggi di luce, terminava con successo le operazioni di rimozione delle macerie… pardon di PRODUZIONE di macerie… le piante in questione sono infatti ora sensibilmente più basse e ve ne accorgerete subito, la prima volta che andrete al decollo sud!

Come dite? non ho scritto il nome? ah già… ma è facile… ha una vela blu e ci ha già provato ad Aviano a stabilire il record, mancando di un soffio la qualificazione…ops, la pianta!

Questo il risultato della prodezza, e qui erano già a buon punto…

Da Pierpaolo

Ciao Fabio, ho letto la tua relazione sul nuovo record di “infrasco” di XX. Certamente i “goffi” tentativi di Sergio e Mariano per emulare il ns. campione, sono ancora molto lontani per essere degni di un confronto! XX rimane sempre il nostro Grande, Originale ed Unico specialista specialmente nella scelta degli alberi migliori!.

Per quanto riguarda Feltre, dopo il tentativo andato a vuoto per il troppo vento, finalmente abbiamo trovato delle buone condizioni di volo e così posso contribuire con una piccola nuova relazione da aggiungere nello spazio dedicato del tuo sito, che in realtà vedo essere forse poco utilizzato specialmente dalle nuove reclute!

RELAZIONE DI UNA GIORNATA A FELTRE

Arrivati con Massimo e Cristina verso le 10 in atterraggio, dopo un veloce caffè e cappuccino al bar, ci siamo avviati subito al decollo. In volo non c’era nessuno, ma arrivati sopra c’era qualche vela aperta e con la gente distesa al sole sembrava di essere al “Granso stanco” di Sottomarina. Il vento era giusto da Sud abbastanza costante anche se la tendenza sembrava essere quella di rinforzare considerando ovviamente l’ orario. Così distese le vele, ci siamo preparati a partire. Finalmente era il momento di mettere in pratica il decollo alla francese!…. dopo un primo tentativo bucato, il secondo è andato meglio e senza problemi mi sono staccato da terra. Subito fuori, ho iniziato a sentire gli effetti della termica che essendo ancora in formazione più di qualche scossone non offriva. Diretto quindi in atterraggio dopo soli 20 minuti ero a terra. Massimo fece più o meno la stessa cosa e così tornammo nuovamente al decollo. Le condizioni erano sensibilmente cambiate, il vento era ora più sostenuto e molte vele si erano alzate in parte giocando davanti al decollo ed il parte prendendo la termica e spostandosi nettamente verso nord. Si erano formati infatti alcuni piccoli cumuli che evidentemente facilitavano la salita dentro alla termica. Per noi si trattava di attendere prudentemente che calasse un po’ il vento ed era quindi giusto il momento di mettere sotto i denti qualche cosa: un paninazzo , una birra ed un buon caffè. Guardando col naso in su dopo aver seguito con una certa invidia i piloti esperti, abbiamo dovuto attendere circa le ore 15,30 per vedere calare un po’ il vento e per decidere di riaprire le vele. Il vento era leggermente calato, ma rimaneva comunque piuttosto attivo da sud. Molti cercavano di partire abortendo miseramente il decollo. Quello che era strano è che buona parte dei piloti, davano almeno l’ impressione di voler partire con una certa aria di “sufficienza”! Certo almeno apparentemente non si sforzavano di imprimere quel minimo di velocità alla vela, (condizioni come sappiamo necessarie per creare portanza), ma sembrava quasi che il loro obiettivo principale, fosse quello di far vedere ai presenti che riuscivano a decollare senza alcuno sforzo! In realtà, nonostante il gonfiaggio fosse agevolato dal vento orientato giusto, molti partivano storti senza aver il controllo della vela; alcuni li ho visti tentare di partire anche con una bella cravatta, altri con la vela davanti riuscendo solo all’ ultimo momento in qualche modo, a frenare e riaprire dopo una semi chiusura frontale! Insomma come spesso succede le belle partenze poi da vedere , non sono molte! Tornado a noi, questa volta la mia partenza alla francese ha funzionato egregiamente al primo tentativo, mi sono staccato ed è successo anche per me quello che vedevo accadere agli altri. Subito fuori si perdeva immediatamente quota piuttosto vistosamente! Così dopo aver visto da vicino le belle punte degli abeti davanti al decollo, ho fatto una bella virata e sono andato più ad ovest dove il sole e le condizioni del terreno davano la sensazione di offrire un po’ di termica. E così fu! Con grande soddisfazione mi sono sentito riportare in quota per salire poi ben sopra il decollo! Ho girato quindi su e giù per il versante cercando di assecondare la vela quando saliva e mantenere più che potevo la quota! Alla fine staccandomi dal pendio ho visto che non riuscivo più a risalire e mi sono diretto quindi verso l’ atterraggio. Avevo il vento contro e mi sembrava di rimanere pressoché fermo anche se il variometro mi dava inesorabilmente il segnale di discesa! Era arrivata così anche l’ occasione di provare l’ acceleratore! All’ atterraggio ho guardato il tempo… ho volato per 42 minuti! Il mio attuale record! Ciao alla prossima.

30 giugno 2002 e segg

I parapiglia continuano nella loro opera per stupire il mondo! Il 30 giugno Aldo ha provato a replicare le frasche, ma siccome lo avevo portato in un decollo totalmente privo di alberi è riuscito a infiocchettare solo la manica a vento… Mariano e Giovanni, viste le magre figure (anche Gianni? non lo sapevo) degli ultimi week end, hanno approfittato di essere soli per andare tutto il pomeriggio in campetto a fare pratica senza essere disturbati. Stando a quanto riferito da fonti attendibili i risultati sono stati buoni e il decollo serale è stato un successo! Ma per questa volta la palma di miglior parapiglia va a Pierpaolo. Questa la sua relazione riguardo a un volo del 2 luglio…

Colgo questa occasione per un nuovo episodio da inserire nel tuo sito. Si tratta naturalmente di una nuova esperienza che ho avuto e che vorrei che altri non avessero! Credo che bisognerebbe in qualche modo stimolare la divulgazione delle proprie esperienze di volo, specialmente se negative. Possiamo anche scherzarci sopra, specialmente se la cosa si risolve con un paio di mutande da cambiare o la potatura non programmata di un povero albero, colpevole solo di essere nato e cresciuto davanti al decollo! Alla fine però sono convinto che tutti dovrebbero contribuire nel raccontare le proprie disavventure perché i concetti teorici, quando diventano reali e concreti, vengono assimilati molto meglio anche se vissuti da altri! Credo che possa essere un ottimo sistema per mantenere alto quel livello di attenzione che forse, un po’ per abitudine ed un po’ per confidenza del mezzo, si tende ad allentare. Cosa è successo? Lo racconto subito! Ormai anche il volo del fine settimana sembra non basti più! Le giornate si sono allungate e così qualche sera durante la settimana, se le condizioni del tempo atmosferico e di lavoro lo consente, una telefonata e il gruppetto di Padova si ritrova in zona Colli per una planata. Così è stato anche ieri sera. Assieme a Stefano e Guido, ci siamo ritrovati a Vo’ Euganeo per andare al decollo del Monte della Madonna. Purtroppo il vento era da Est abbastanza sostenuto e così abbiamo ripiegato per S. Germano dei Berici. Siamo arrivati al decollo Est verso le 19, il sole naturalmente era alle spalle, ma la manica era perfettamente orientata a ns. favore e dava segni di una buona dinamica costante. Aperte le vele quasi contemporaneamente, vista l’ ampiezza del decollo, ci siamo preparati a partire. Per primo è partito Guido e subito dopo Stefano. Ho atteso di vedere l’andamento del volo di chi mi ha preceduto per capire da che parte mi conveniva dirigermi, posizionatomi poi per un decollo alla francese, ho tirato su la vela con facilità e con due passi mi sono ritrovato in volo. E qui è capitato il fatto! Dopo i primi forse 20 metri di volo mi sono accorto che qualche cosa non andava, la vela stentava ad alzarsi tanto che ho sfiorato con le gambe le punte degli alberi sotto al decollo. Sembrava quasi di avere una zavorra che mi impedisse di alzarmi. Ho pensato a qualche ramo preso nell’imbrago. La vela era salita su bene e avevo potuto verificare che era perfettamente gonfia ed orientata, senza alcun nodo od altre anomalie. Alla partenza inoltre l’imbrago era assolutamente stato controllato nelle chiusure dei cosciali, del ventrale e dei moschettoni di aggancio delle bretelle (!), è un controllo che dopo Aviano faccio ormai con una meticolosità quasi maniacale! Ed allora cosa poteva essere? In quel momento di velocissime riflessioni (decimi di secondo!), mentre la mia mente non riusciva a trovare risposta al dilemma, una strana candida figura mi è apparsa alle spalle…..! La Madonna? Il mio Angelo custode? NO! NO! Nulla di tutto ciò! Era solo la mia emergenza, che stanca di stare sempre chiusa e sacrificata in quel fagottino laterale, aveva pensato bene di venirsene fuori e prendere una boccata di aria fresca serale! Bianca, candida, ancora vergine e senza esperienza, non sapendo che era in quel momento assolutamente inopportuna ed indesiderata, svolazzava come una ” medusa” felice e libera! Quando l’ho colta sul fatto era però troppo tardi per rimediare! Proprio grazie al fatto di essere uscita quasi subito dopo il decollo, l’altezza che avevo raggiunto non era eccessiva e così con una virata un po’ forzata ed in parte provocata dall’azione di frenata del paracadute di emergenza, ho puntato giusto sul pendio a circa sei sette metri davanti a me, cadendo su un soffice sottobosco di rovi e pungi topo! Insomma un atterraggio pungente e nello stesso tempo soffice. Ho scoperto che un paio di guanti tenuti nell’imbrago anche d’estate, sono provvidenziali ma una sega da legno sarebbe stata una manna! E’ una precauzione da considerare per i prossimi voli… Non perché stia già pensando ad una nuova esperienza di “infrascamento”, ma è un po’ come tenere un piccolo estintore in auto…, non è detto che debba servire proprio a te, bisogna pur pensare anche un po’ ai tuoi compagni!!!

Abbiamo dovuto lavorare un bel po’, ma alla fine siamo riusciti a liberare il tutto senza alcun danno al materiale e specialmente al sottoscritto!

Ora che ho terminato il raccontino, passo alla “didattica” a buon mercato, ma spero utile per tutti voi! Ho avuto il “pregio” di vivere senza alcun danno una nuova importante esperienza! Sono esperienze che ritengo di enorme importanza perché ti aiutano certamente a migliorare e comprendere molte cose come: la percezione del pericolo, la conoscenza del mezzo, le proprie reazioni emotive, la valutazione e le scelte nei momenti di emergenza e specialmente l’ attenzione da dedicare alla preparazione del volo. Sono sempre i soliti discorsi lo so, ma fatevi un esame di coscienza e vedrete che molti dovranno ammettere che almeno una delle cose da controllare a volte salta! Considerando che la possibilità di un cedimento strutturale del motore non esiste, ho sempre più la convinzione che quando succede qualche cosa ad un parapendista, tranne l’impatto con una vecchia poiana orba, è sempre colpa del pilota! Ciao a tutti e buoni voli, ma con PRUDENZA ed ATTENZIONE! Pierpaolo

Ammetto che quando ho letto l’esperienza di Pierpaolo ho avuto un brivido. Sono già capitate nel passato emergenze involontarie e non sono mai piacevoli. Sono pienamente d’accordo con quello che dice lui circa l’importanza di rimanere sempre presenti e concentrati su quello che si sta facendo senza dare nulla per scontato. Il para ha il brutto/bel vizio di perdonare molto e questo può indurre il pilota ad alzare la soglia di rischio. E’ un pericolo strisciante sempre in agguato e non lo ripeterò mai abbastanza. Detto questo e dopo l’ emozione del primo momento, al di là dei giusti, scontati ma mai troppo ribaditi consigli di carattere generale, ho voluto con Pierpaolo approfondire le cause materiali del problema.

Lui vola un imbrago Woody Valley X-press con emergenza a destra. Appurato che non ci sono stati impatti con corpi estranei durante il decollo e che prima di partire l’emergenza era chiusa, sembra probabile che l’apertura sia dovuta al cavo dell’acceleratore che si sarebbe impigliato nella parte bassa della maniglia di lancio. Quando la vela si è gonfiata il cavo è andato in tensione, tirando fuori il pacchetto che poi è caduto e si è aperto.

Come concausa piuttosto rilevante il fatto che Pierpaolo usa raramente lo zaino principale per il trasporto dell’attrezzatura. Questo lascia scoperta la maniglia che può venire tirata e allentata per sbaglio anche solo tirando fuori la roba dal bagagliaio. In particolare c’è da notare che il costruttore stesso, Woody Valley, per impedire cose del genere ha predisposto un piccolo riporto di cinghia sopra e sotto la maniglia dell’emergenza per infilarvi le terminazioni di quest’ultima. Lo scopo è specificamente favorire lo scorrimento dei cavi, della vela e dell’acceleratore quando questi sfiorano l’imbrago ed evitare che si impiglino. Probabilmente la parte inferiore della maniglia in questo caso era fuori sede.

Consigli pratici.

Non sottovalutate il cordino dell’acceleratore. Prima di decollare oltre a tutti i controlli “classici” ricordatevi di verificare che il cavo dello speed sia correttamente montato, libero di scorrere senza interferenze e che in posizione di riposo non tiri le bretelle. Negli imbraghi con emergenza ventrale verificate sempre che la fune di vincolo passi davanti al cavo!

L’imbrago poi va controllato con cura ogni volta che si parte: maniglia dell’emergenza nella giusta posizione e pod ben chiusa; cinghie regolate e fibbie chiuse; cerniere chiuse (in particolare quella dell’airbag se presente!); strumenti, fotocamere e quant’altro saldamente fissati da qualche parte in modo che non vadano a interferire durante il decollo.

Anche questo è un altro tipico caso di inezie (un cordino e una cinghietta fuori posto) che potevano avere conseguenze molto serie. Tenete sempre alta la guardia perché, come dice anche Pierpaolo, una disattenzione può capitare a chiunque ma finché è una passa. Il problema è quando si sommano.

13 ottobre 2002

Il caro Loris si era sentito un po’ escluso. Per una serie di motivi e di disguidi non ha potuto comprare la vela se non ad agosto. Fino ad allora ha potuto solo guardare i suoi compagni di volo realizzare i loro exploit e leggere alcuni resoconti su queste pagine.

Perciò è normale che, dopo avere finalmente portato a casa il suo “mezzo volante”, cercasse in qualche modo di seguire la via tracciata dai propri compagni ed imitarne le gesta. C’è da dire che il “compagno del cuore” di Loris è Sergio, e che ieri “il nostro” era proprio in compagnia di Sergio e di un altro onorevole ospite di queste pagine: Aldo.

Se a questo aggiungete che metà dei suoi parenti erano venuti a vederlo avete già capito come è andata a finire…

Ebbene sì. La mattina ha fatto un primo volo ma non è stato nulla di eccezionale, nelle scorse settimane era già riuscito alcune volte a passare la mezz’ora di volo. Ma al mattino moglie e parenti erano ancora lontani, non valeva la pena…

L’exploit, degno del corso cui Loris appartiene con orgoglio, è stato realizzato verso le 15. Decollo sud, buona partenza e immediata virata a destra, alla ricerca di un po’ di ascendenza che però non c’è. Ci mette un po’ troppo ad accorgersene (anche se le versioni su questo punto sono contrastanti) ma quando finalmente decide di puntare la pianura è un pochettino troppo basso. Dopo aver sfiorato una prima pianta col sedere, centra in pieno la successiva! Riferirà poi che in quegli istanti gli sono venuto in mente io, non c’è proprio limite alla sofferenza umana… Comunque sia, in un crepitare di rami spezzati sentito da tutto il vicino decollo, il nostro si ritrova appeso a circa 8 metri da terra, senza danni anche se in posizione un po’ scomoda. E’ il nuovo record di “frasca in alto” del corso, perché nessuno, finora, era mai arrivato così in alto. Anche l’ormai sorpassato Aldo aveva lasciato l’imbrago ben al di sotto di questo limite. In breve accorrono Mariano (ormai esperto in questioni simili) e altri volenterosi che in un’ora e mezza, armati di seghe e accette, hanno ragione della vegetazione (già malridotta a quanto è stato riferito). La vela viene recuperata senza il minimo danno. E’ davvero incredibile. A questo punto il nostro teme che i soliti maligni che non c’erano non gli credano “sulla parola” e pensa di procurarsi una prova tangibile del fatto. E’ così che, fingendo di sbagliarsi e di essere distratto, mentre libera i cordini dagli ultimi rami della pianta, PER PURO CASO, trancia di netto due cordini principali della vela. Per essere più realistico condisce la scena con un rosario di improperi irripetibili… Lui dice che si è davvero sbagliato ma noi sappiamo la verità. Poco dopo è in atterraggio, controlliamo velocemente la vela e poi dritti al Tilly’s: si festeggia il nuovo record, offre lui…